Il delirio di uno chef in “The Menù” di Mark Mylod

Cinema e cucina è un binomio che ha caratterizzato una lunga serie di film ai quali si aggiunge The Menù di Mark Mylod recentemente uscito nelle sale cinematografiche italiane e presentato alla diciassettesima edizione della Festa del cinema di Roma nell’ottobre scorso. È un thriller venato da toni noir, ambientato sull’isola statunitense di Hawthorn, divenuta nella finzione filmica proprietà dello chef pluristellato Julian Slowik, interpretato da Ralph Fiennes, che organizza sotto la sorveglianza della fedele assistente Elsa (impersonata da Hong Chau), un menu degustazione per ricchi e selezionati ospiti, che devono sottostare a regole severissime fino al parossismo.

Agli invitati non è consentito fotografare le portate, alcune zone dell’ambiente dove si svolge la vicenda sono “off-limits” e la brigata dello chef sembra una setta fanatica: “Noi raccogliamo, noi fermentiamo, noi congeliamo”, dichiara Elsa. Ed è già nelle parole dello chef che è possibile intravedere il germe di follia che annuncia la degenerazione di un evento che avrebbe dovuto rappresentare per gli ospiti un’esperienza di alta gastronomia molecolare: “Buonasera, benvenuti a Hawthorn, sarà un piacere alimentarvi. Nel corso delle prossime ore vi alimenterete con grassi, sale, proteine e a volte con interi ecosistemi. Questa serata sarà magica. Voi miei cari ospiti, non siete persone comuni, dico bene? Ciò che accade dentro questa sala è insignificante rispetto a ciò che accade all’esterno. Noi non siamo altro che un nanosecondo di terrore. La natura è senza tempo. Vi amo tutti”.

Nessuno degli ospiti può minimamente immaginare quanto accadrà. Sarà un’escalation terrificante di imposizioni e violenze sempre più crescenti nell’avvicendarsi delle diverse portate. Il delirio dello chef, seguito con spirito militaresco da tutto il suo staff è segnato da episodi di cruenta follia, come quando a un ospite, che voleva defilarsi, viene reciso un dito e costretto a continuare la cena. Lo chef ritiene di dover punire gli invitati, considerati personaggi negativi della società borghese, ciascuno per le proprie colpe: cuochi incapaci di reagire ai soprusi, un attore in declino, una vanesia critica culinaria che ha causato il fallimento di aspiranti chef, un marito infedele e ospiti che dovevano essere puniti solo per aver dimenticato il menu di precedenti degustazioni di Slowik a cui avevano partecipato.

Ma il folle disegno criminale dello chef viene disturbato dall’imprevista presenza della coprotagonista, Margot (interpretata da Anna Taylor Joy), che si aggiunge agli ospiti destinati a essere condannati. Il nominativo della ragazza non era inserito tra quelli dei partecipanti all’evento in quanto recente fidanzata di Tyler, un giovane fanatico della cucina di Slowik. Margot manifesterà, nel corso della serata, un disappunto tale per una cucina che proprio non gradisce fino al punto di arrivare a ordinare a Slowik un normalissimo hamburger.

Il film, impreziosito da un ottimo cast che forma il gruppo degli ospiti, nonostante l’eccessiva e ingiustificata violenza di alcune scene, è molto ben costruito da John Mylod, tornato al cinema dopo un’assenza di undici anni con una storia scritta da Seth Reiss e Will Tracy. A giudicare dagli incassi si può dire che il pubblico abbia ben accolto The Menu, un film che, al di là della storia, fa riflettere in modo grottesco e caricaturale sul dilagare di trasmissioni “punitive” tipo il talent show culinario MasterChef, diffuso ormai in moltissimi Paesi.

Aggiornato il 14 dicembre 2022 alle ore 13:07