Tra Art a Roma e Bosch a Milano

Mentre a Palazzo Reale, a Milano, si è da poco inaugurata la straordinaria mostra che vede protagonista quel fantasmagorico genio dell’Arte ermetica che fu Hieronymus Bosch, Bosch e un altro rinascimento, nei vicoli della Roma rinascimentale e barocca, in una piccola ma preziosa libreria d’arte, un’altra mostra sempre legata alla visione fantasmagorica e surreale, si può visitare (oggi l’ultimo giorno).

È questa la presentazione del movimento Tra Art, voluta con tutta la sua forza propulsiva e irrefrenabile dal vulcanico e mitopoietico Sergio Premoli, che intorno a sé ha riunito artisti di gran vaglia del calibro di Giovanni Tommasi Ferroni e di sua sorella Elena, figli del grande Riccardo, ma ancora lo scultore Pietro Simonelli e Domenico Giglio, tutti così distanti e al contempo assolutamente vicini, confinanti nel mondo delle idee di questo primo ventennio di millennio.

Alla galleria e libreria Diagonale, di via dei Chiavari, un luogo simbolico appunto, crocevia tra i mondi innumerevoli dell’arte attuale che non dimentica le proprie origini e le rinnova, il fortunato e curioso visitatore potrà, tra i molti libri e cataloghi d’arte, provare ad inseguire il significato nascosto – o a volte manifesto – di questa singolare compagine artistica, curata dal giovanissimo e promette Marco Junior Lotti, che ci fa ben sperare per le prossime generazioni e credere quindi che non tutto sia perduto, e che ha voluto illustrare cosa sia Tra Art in un manifesto che sa ben coniugare Arte e Tecnica – che poi sarebbero la stessa cosa sin dagli antichi greci che chiamavano infatti la prima Techné.

Insomma come il dotto medievale insegna “ars sine scentia, nihil” ed ecco che le visioni oniriche così richiamanti le atmosfere d’un passato rinascimento nordico fuso con l’immaginario steampunk di Giovanni Tommasi Ferroni sono il contraltare maschile del pennello, appunto femminile e perciò più dolcemente delicato e circonfuso da una tenera sensualità di Elena, che tuttavia non disdegna di cimentarsi nel duello barocco di due combattenti metafisici a strisce con striscia.

A loro fa contrappunto il pensiero decisamente attuale e urbano di Simonelli che innesca cortocircuiti sapienti davanti alle opere di Giglio, in un susseguirsi di immagini e di simboli, di icone modulari e moduli dentro altri moduli. Scatole e bandiere, colori e algidi bianchi, infine lasciano lo spazio alle opere di Sergio Premoli, demiurgo che invitto ancora dipinge figure, pastose e materiche come in una sua sofferta e quasi “classica” raffigurazione della pietà cristica, in vago e lontano ricordo forse tratto da Rosso Fiorentino quasi ancora oggi egli si aggirasse per quelle strade dai sampietrini sconnessi.

Quindi, in definitiva, due suggerimenti di mostre da andare a visitare, preferibilmente in compagnia di chi amate, con cui condividere come il pane e le rose, la bellezza e lo splendore che ancora, cinque secoli fa come oggi, ammantano i tramonti di questo nostro mondo.

Aggiornato il 19 novembre 2022 alle ore 14:32