7 spose per 7 fratelli, Broadway al Teatro Brancaccio

Ha debuttato il 12 ottobre e sarà in scena fino al 30 il musical ispirato al celebre film Mgm del 1954, quattro nomination e un premio Oscar alla migliore composizione originale. Una produzione importante la messa in scena al Brancaccio, prodotta da Fdf Entertainment – Roma City Musical – Art Village, che nulla ha da invidiare alle messe in scena d’oltremare.

Siamo in Oregon nel 1850. Adamo Pontipee cerca una moglie che si occupi di lui e della fattoria sulle montagne. Un giorno nel paese vicino incontra Milly e il colpo di fulmine fa sì che i due si sposino subito. La felicità di Milly viene presto smorzata dalla scoperta che Adamo vive con sei fratelli, sei montanari orsi e poco avvezzi a rapportarsi alle donne, ma Milly non si perde d’animo e inizia il lento cammino verso la trasformazione dei sei bruti in uomini affascinanti e romantici pronti per il matrimonio. Talmente pronti che durante una festa Beniamino, Caleb, Daniele, Efraim, Filidoro e Gedeone si innamorano delle sei amiche di Milly e vorrebbero quantomeno corteggiarle, ma le famiglie delle ragazze e gli altri pretendenti fanno di tutto per impedirlo; tuttavia Adamo aveva letto nel libro di Milly la leggenda del ratto delle Sabine e sa come aiutare i fratelli…

La direzione musicale del maestro Peppe Vessicchio, la regia e le coreografie di Luciano Cannito, le scene di Italo Gessi, le luci di Alessandro Caso e i costumi di Silvia Aymonino rendono le due ore di spettacolo godibilissime grazie alla bravura dei 22 artisti in scena e la sintonia e la simpatia di Diana Del Bufalo e Baz, perfetti nei loro ruoli di Milly e Adamo. Un cast decisamente affiatato, divertente e divertito che riesce a trasmettere solarità, buonumore e positività nel pieno rispetto della commedia originale di cui è stata mantenuta anche la scelta cromatica dei vestiti. E poi c’è la valanga, il controllo delle unghie, i balli di gruppo e tutti i più noti momenti del film nonché scazzottate e richiami alle atmosfere dei western di Quentin Tarantino.

I cambi scena, spesso repentini ma necessari per far vivere al pubblico le diverse ambientazioni (la locanda, la casa, la baita, la festa, la montagna e molti altri), sono orchestrati magistralmente utilizzando ad arte il proscenio, la galleria, la sala nonché l’intero boccascena con la proiezione dei titoli dei diversi momenti della storia favorendo un coinvolgimento ancora maggiore del pubblico che ha apprezzato la performance con più di un applauso a scena aperta.

(*) Per info: Teatro Brancaccio

Aggiornato il 14 ottobre 2022 alle ore 09:51