Visioni. La Festa di Roma “incorona” James Ivory

“A Cooler Climate” di James Ivory

La 17ª Festa del cinema di Roma “incorona” James Ivory. Oggi il 94enne cineasta statunitense, Premio Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale (grazie al copione firmato per Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino), tiene una Masterclass nel corso della quale ripercorre la propria monumentale storia. Il festival lo omaggia con un Premio alla carriera. Ieri, in Sala Petrassi, all’Auditorium Parco della musica, è stato mostrato il suo ultimo film, A Cooler Climate (co-diretto con Gils Gardner), un documentario autobiografico in cui ripercorre il viaggio in Afghanistan affrontato nel 1960.

Racconta un Paese inedito. Completamente diverso rispetto a quello odierno. Una comunità che non ha ancora vissuto l’avvento dei mujaheddin, degli americani e dei talebani. Kabul sembra cristallizzata in un’epoca indefinita. A Cooler Climate ha il passo quasi pedagogico tipico dei documentari rosselliniani. Ivory non nasconde il proprio sguardo candido. Racconta la propria passione, anche amorosa. Ma, soprattutto, pone domande necessarie sulla propria identità sessuale. Il regista legge, in macchina, alcune pagine dell’autobiografia di Babur, il discendente di Tamerlano. Grazie a quelle parole, Ivory parla di sé. Con un andamento proustiano.

“Il Colibrì” di Francesca Archibugi

La strenua lotta contro le avversità. Il Colibrì di Francesca Archibugi, presentato alla Festa di Roma racconta la storia di Marco Carrera (Pierfrancesco Favino), un uomo che vive coincidenze fatali, perdite e amori assoluti. Tratto dall’omonimo romanzo di Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega 2020, Il Colibrì è la storia di un amore mai consumato. Archibugi si è confrontata con la complessità del testo letterario firmando un copione insieme a Francesco Piccolo e Laura Paolucci. Un vero e proprio travaglio artistico prodotto da Domenico Procacci per la Fandango, insieme a Rai Cinema e alla francese Les Films des Tournelles. Il film è molto fedele al libro. Fin troppo. Una maggiore distanza avrebbe giovato senz’altro. Ottimo il montaggio di Esmeralda Calabria. In ogni caso, pare che Veronesi abbia apprezzato la “riduzione” del romanzo.

“Marcia su Roma” di Mark Cousins

Il 20 ottobre esce in sala il documentario di Mark Cousins Marcia su Roma. Alla Festa del cinema di Roma arriva dall’Archivio dell’istituto Luce il restauro del documento storico sulla marcia, vale a dire A noi, il film ufficiale delle storiche giornate realizzato da Umberto Paradisi. Il centenario di quella manifestazione eversiva guidata da Benito Mussolini è oggetto di testimonianze, ricordi e riflessioni anche al cinema. Il documentario dello scozzese Cousins, che ha aperto le Giornate degli autori a Venezia 79, prodotto da Palomar, in collaborazione con il Saggiatore e il Centro sperimentale di cinematografia, arriva nelle sale grazie I Wonder Pictures.

La “rivoluzione fascista” secondo Cousins nasce tra ambiguità, affanni e incertezze. “È un film – afferma il regista – sulla cultura delle immagini. Il documentario parla di quanto esse possano essere orribili, al servizio di prepotenti e assassini. E mostra quanto sia forte l’eco del fascismo oggi”. Il film ufficiale di Paradisi, muto e in bianco e nero, realizzato nel 1923, dura un’ora circa. Prende le mosse a partire dal 24 ottobre 1922, con l’adunata di Napoli. Ecco l’arrivo delle schiere fasciste. Il piroscafo Italia proveniente dalla Sicilia sbarca le camicie nere siciliane accolte da quelle pugliesi arrivate poco prima. Archivi inediti si affiancano al personaggio di Anna (Alba Rohrwacher) e insieme a lei ci accompagnano in un mondo di mascolinità tossica, isteria nazionale e fake news.

Aggiornato il 20 ottobre 2022 alle ore 11:25