La scomparsa dello scrittore spagnolo Javier Marías

Javier Marías è morto per le conseguenze di una polmonite. La conferma arriva dal ministro della Cultura spagnolo Miquel Iceta. Lo scrittore madrileno, nato 70 anni fa, è stato tra i maggiori autori spagnoli contemporanei. Nel 1992 raggiunge il successo internazionale con Un cuore così bianco, a cui seguono opere come Domani nella battaglia pensa a me, Quando fui mortale, L’uomo sentimentale, fino al più recente Tomas Nevinson. Romanzi e racconti con cui ha vinto i maggiori premi letterari europei. L’ultimo in ordine di tempo, a giugno, il premio Gregor von Rezzori. “Un libro alla volta, Javier Marías – si legge nella motivazione di quel riconoscimento – ha dimostrato che il romanzo ha ancora il potere di piegare questo ritmo del mondo, farlo rallentare fino quasi a fermarlo. Ma non è solo una questione di ritmo e neppure il semplice desiderio di andare controcorrente. È invece la necessità di un tempo diverso, il tempo necessario per scavare più a fondo, quasi un monito che ci ricorda di continuare a coltivare i pensieri larghi”.

Nato nel 1951 a Madrid, Marías era stato di recente colpito da un problema di salute ai polmoni, secondo fonti della sua casa editrice spagnola, Alfaguara, citate da media iberici. La notizia della sua morte è stata data in anteprima dal quotidiano Abc. “È un giorno triste per la letteratura spagnola”, ha scritto su Twitter il premier Pedro Sánchez. “Javier Marías era uno dei grandi scrittori del nostro tempo”. “Riposi in pace. La sua opera lo manterrà vivo nel nostro ricordo”, ha aggiunto il ministro Iceta. Dopo aver iniziato a scrivere quando aveva circa 20 anni, Marías si è costruito nel tempo una solida fama come scrittore di romanzi, racconti, saggi e articoli d’opinione. Tra i suoi titoli più noti al pubblico italiano, spiccano Tutte le anime, Un cuore così bianco, Domani nella battaglia pensa a me, Beta Isla. Ha vinto molteplici premi letterari, come il Premio nazionale di narrativa spagnolo, il Rómulo Gallego, Premio Internazionale Impac di Dublino e il Premio letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Non sapeva mai cosa sarebbe accaduto nei suoi libri, scopriva le cose che succedevano nel momento in cui le raccontava Javier Marías. Dato più volte tra i favoriti alla vittoria del Premio Nobel, traduttore, giornalista, aveva raccontato lui stesso di scrivere senza una mappa, avendo però una bussola: “Non è che non sappia dove voglio andare, ma non conosco la strada da percorrere, comincio senza sapere molto di quello che racconterò, non cambio nulla dei miei romanzi, come non possiamo cambiare nulla del nostro passato”.

Le zone d’ombra, il non detto, il non rivelato, l’impossibilità di conoscere se stessi e le persone più vicine sono la materia che ha sempre stimolato la sua scrittura dove temi universali come il matrimonio, il tradimento, l’amore, i segreti si sono sempre accesi di una nuova e a volte inquietante luce. Figlio del filosofo Julián Marías e dell’insegnante Dolores Franco, nipote del singolare regista Jesús Franco, Javier Marías era nato il 20 settembre 1951 a Madrid in una famiglia di intellettuali antifranchisti. Ha trascorso lunghi periodi dell’infanzia negli Stati Uniti dove il padre insegnava.

Laureato in letteratura inglese all’Università Complutense di Madrid ha insegnato per un periodo all’Università di Oxford e negli Stati Uniti e ha tradotto in spagnolo importanti autori di lingua inglese da Thomas Hardy a Joseph Conrad e da Yeats a Stevenson. Fin dall’esordio nel 1971 con ‘I territori del lupo’, un romanzo particolare in cui 85 pellicole cinematografiche nordamericane visionate a Parigi erano diventate un’opera letteraria, è stato evidente il suo sperimentalismo e la rottura con la tradizione letteraria spagnola. Sono seguiti Traversare l’orizzonte e nel 1978 El monarca del tiempo. Tra i suo romanzi, tutti pubblicati in Italia da Einaudi: Un cuore così bianco, Gli innamoramenti, Così ha inizio il male.

Il grande successo internazionale è arrivato con Tutte le anime che ha per protagonista un docente spagnolo a Oxford, con lo shakesperiano Domani nella battaglia pensa a me in cui un ghost writer va a casa della donna sposata con cui ha una relazione e lei muore all’improvviso tra le sue braccia e con Il tuo volto domani. Con il suo ultimo romanzo, Tomas Nevinson, uscito in Italia nel 2022 per Einaudi, aveva vinto a giugno il Premio Gregor Von Rezzori. “Quasi un monito che ci ricorda di continuare a coltivare i pensieri larghi” come sottolineava la motivazione della giuria. Il libro non è un seguito ma “forma una coppia” con il fortunatissimo Berta Isla, il suo primo romanzo ad avere come titolo il nome di un personaggio.

Aggiornato il 12 settembre 2022 alle ore 17:17