
In Occidente, la prima donna viene narrata in Genesi 2, 21-22. Viene creata da una costola. Ma le traduzioni e le interpretazioni successive sollevano molti dubbi su questa traduzione. In origine il suo nome significa “vivere” quindi rappresenta l’azione pura. È la madre di tutti i viventi della terra e la generatrice della vita, una possibilità esclusa ad Adamo. Un’altra riflessione simbolica fa pensare che la sua nascita dal fianco la rende pari all’uomo. Ha tre figli (Abele, Caino e Set). Emerge il simbolo trinitario che continuerà a manifestarsi nel corso dell’intera civiltà occidentale. Senza atti ufficiali, è la prima santa della storia cristiana perché più vicina all’Altissimo. Gesù scende negli inferi per dare protezione ai giusti. La celebrazione di Eva e di Adamo cade il 24 dicembre che è il giorno antecedente la venuta del Salvatore sulla terra. Viene raccontato che venivano preparati “spettacoli del Paradiso” in un’area dove al centro si trovava un albero.
Eva rappresenta l’invenzione della donna che crea la vita, la nutre con il proprio latte, la fa crescere libera e schietta. Per questi attributi viene definita la Grande Madre. Lei gestisce le controversie umane. È portatrice della Luce. Quasi subito, viene relegata al ruolo di peccatrice che deve fare un passo indietro per dare spazio al dio padre. Una donna pensata e “generata” dalla Bibbia di quasi quattromila anni fa. In periodi preistorici, la donna è venerata come il mistero che genera la vita. Partecipa alla vita del gruppo con lo stesso peso degli uomini contribuendo alla crescita e alla difesa del gruppo di appartenenza. Per i millenni successivi, Eva è relegata ad un ruolo di sudditanza alla parte maschile che, secondo la narrazione biblica, è nato prima di lei. Per renderla degna di essere la madre di Cristo, le successive teologie hanno fatto di tutto per deificarla, rendere la sua figura esile e diafana e priva di qualità umane e di femminilità.
Eva è immune da malattie e dal peccato, dispensa protezione ed è una madre soccorrevole e protettrice. Nel corso della storia questo mito presenta delle falle. A volte Eva è una strega, una fata, la beata. Nei decenni recenti, la donna si sta emancipando da un ruolo ancillare se non umiliante. La nuova Eva rappresenta una mutazione antropologica della donna che costruisce la società con contribuzione autonoma che ha il fondamento nella sua diversa peculiarità e sensibilità. Come prima donna, Eva è la rappresentazione occidentale e Pandora è la concezione greca. La disobbedienza di Eva quando decide di assaggiare il frutto proibito rappresenta la volontà di conoscere, di oltrepassare l’apparenza. Una pulsione che in gran parte sarà acquisita dalla conoscenza scientifica. La Bibbia non definisce il frutto proibito raccolto dall’Albero. Anche qui può essersi verificato un problema di traduzione con la mutazione della parola “malum” nel Medioevo per assonanza in mela. Inoltre, nel mosaico della cattedrale di Otranto Eva raccoglie un dattero. Eva non è l’altra parte del cielo, ma è una componente della conoscenza acquisita con la cooperazione con l’uomo. Eva o del Principio.
Aggiornato il 09 settembre 2022 alle ore 11:37