Tempo, memoria e destino nella poetica di Max Della Porta

La poesia di Max Della Porta è un’autentica e piacevole sorpresa. Ciò spiega l’attenzione ottenuta sabato scorso, in occasione del “Salotto letterario”, al parco Manganelli di Avellino. È una piccola raccolta, un’opera prima, di appena trentuno poesie, selezionate fra centocinquanta, che vanno sotto il titolo Gli orizzonti sono coincidenze (edizioni il Papavero, 46 pagine, 12 euro). Il poeta, quasi giocando, suggerisce che si potrebbero leggere in due modi: “Tutto in dieci minuti o, in alternativa, una poesia al giorno”. E in effetti, sono versi così coinvolgenti che invitano a una lettura tutta d’un fiato, ma sono anche così profondi da esigere una riflessione prolungata nel tempo. Sono versi ermetici, essenziali, che nascono dall’intuizione e dal sentimento. Versi che connotano la vera poesia, dove è sempre possibile ritrovare qualcosa di noi stessi. Spiega Max Della Porta: “Gli orizzonti sono fondamentalmente delle interpretazioni, coincidenze che non rimangono uguali mai. Quando ero ragazzo pensavo che la poesia fosse una fotografia, ma col tempo ho capito che la poesia è un’interpretazione della realtà. Ho dato qualcosa di me stesso: uno spunto per dare quel quid in più, pensare alle cose per dare un altro punto di vista. Si tratta di un’opera prima, nonostante io scriva da vent’anni, in maniera altalenante. Alla fine sono stato molto critico con me stesso e ho fatto un lavoro di sottrazione e, di centocinquanta poesie, ne ho proposte solo trentuno”.

Tempo, memoria e destino (“Deve esserci un momento preciso / un istante esatto / in cui le strade diventano scelte / e il cammino si tinge di destino”), talvolta accompagnati a un senso di inadeguatezza (“Tra le pagine del giorno trascorso / io assomiglio a un refuso”; “annuso l’aria e non chiedo nulla”), costituiscono gli architravi strutturali della poetica di Max Della Porta. E sulla memoria in particolare insiste il poeta Francesco Ferracuti, che ha scritto la prefazione. Secondo Ferracuti, Della Porta “è custode dei sentimenti, luogo della mente tutt’altro che limpido”, ma anche destino e “accettazione per quanto si è perduto”, in quanto vissuto. Max Della Porta, con due epigrafi che precedono le trentuno poesie, segnala l’influenza di Franco Battiato e Fernando Pessoa nella sua poetica. Di Battiato, in particolare, dice: “Battiato mi ha influenzato molto: gli artisti, comunque, ci influenzano anche quando non ne siamo consapevoli, in qualche modo li introiettiamo. Il maestro Battiato l’ho citato soprattutto per affetto. Gli orizzonti perduti non ritornano mai, anche lui in qualche modo parlava di orizzonti”. Un’influenza determinante che echeggia nelle poesie di Max Della Porta, tutte di notevole valore estetico. Una rivelazione, di cui sentiremo ancora parlare.

Aggiornato il 24 giugno 2022 alle ore 13:43