“Dell’anima non mi importa”, il romanzo profondo di Montefoschi

La lettura dei libri di cui è autore Giorgio Montefoschi, scrittore e critico letterario, incanta ed emoziona il lettore per la capacità di questo scrittore di indagare con uno sguardo penetrante e profondo le relazioni ed i rapporti affettivi e sentimentali tra le persone. Il suo ultimo romanzo, in particolare, Dell’anima non mi importa, edito dalla casa editrice La nave di Teseo, è bello e profondo poiché al centro della narrazione, divisa in tre parti, vi è la storia d’amore tra Carla Rubbiani ed Enrico, un maturo avvocato di successo, che abita e vive in una elegante villa situata in via Mercati nell’esclusivo quartiere Parioli di Roma. Carla si è innamorata del marito Enrico, quando aveva ventun anni, e quindi, avendo perso il padre in tenera età, nel consorte ha trovato la protezione e il bisogno di sicurezza di cui aveva bisogno.

Nella prima parte della narrazione, Carla Rubbiani, nel giardino della sua villa conversa con una amica, Letizia Morandi, con la quale si intrattiene a spiegare il valore estetico del film di Stanley Kubrick Doppio sogno, tratto da un libro di cui è autore il grande scrittore austriaco Arthur Schnitzler. Per Letizia Morandi il film ha un valore altamente morale, poiché racconta la vicenda di un marito ed di una moglie che, pur essendo attratti dalla idea del tradimento, in una società ricca e priva di valori come quella europea, non riescono a metterlo in atto a causa della paura che li trattiene e li paralizza. Enrico e Carla sono i genitori di una giovane ragazza Maddalena, la quale, sempre in una conversazione che avviene nel salotto della villa del quartiere Parioli, confessa alla madre Carla di essere infelice e triste.

Sono interessanti e molto belli i dialoghi filosofici, che avvengono tra Enrico e Carla, nelle prima parte della narrazione, in cui la moglie chiede al marito avocato se lui creda oppure no nella risurrezione dei corpi. Carla, a questo proposito, osserva che in India, in base ad alcune credenze religiose, al momento della morte l’anima individuale si ricongiunga con l’anima universale, che regge il mondo. I dialoghi sulla esistenza dell’anima precedono la storia al centro della quale vi è il tema del tradimento e dell’adulterio. Non è un caso che l’avvocato Enrico legga con attenzione il libro Justin di cui è autore Lawrence Durrell, celebre prima parte del Quartetto di Alessandria, in cui la protagonista tradisce il marito, il banchiere Nessim Hosnani, con due scrittori. Il marito sospetta il tradimento di Justin, e tuttavia, pur di non perderla, soffre in silenzio e si tormenta al pensiero che sua moglie non sia innamorata di lui. Enrico, con la figlia Maddalena discute i contenuti del libro, fatto nella narrazione che mostra il grande livello intellettuale della borghesia delle professioni e come spesso, a proposito della simmetria tra finzione letteraria e vita reale, la grande letteratura anticipa quanto accade nelle esistenza della persone.

Infatti Enrico, dopo avere avuto un problema cardiaco, viene ricoverato in clinica e assistito con amorevole devozione dalla figlia Maddalena. E’ stupefacente la capacità di Montefoschi, scrittore di grande raffinatezza intellettuale, di rappresentare nel libro i rapporti familiari ed affettivi dentro la vita di una famiglia benestante e colta. Carla di mattina, un sabato, e la vicenda nel romanzo è collocata sullo sfondo dei quartieri di Roma descritti con immagini poetiche che si depositano nella mente e nel cuore del lettore, alla stazione si reca con la sua automobile per accogliere il marito che proviene da Milano. Accanto al marito appare una giovane ed avvenente avvocatessa, il cui nome è Simona Savignano. Simona, figlia del professore Mario Savignano, è una donna che si è separata dal marito, nel libro presentato come un uomo privo di scrupoli. Stefano Villani è un giovane avvocato, che è stato avviato alla professione da Enrico, nel cui studio ha collaborato per anni. Stefano, appassionato di musica classica, ottiene in affitto l’appartamento, oramai vuoto, che si trova al primo piano della villa di via Mercati.

Durante una cena al ristorante, situato nel Ghetto di Roma, Stefano descrive in preda alla emozione dei sensi le sue escursioni in alta montagna, in particolare quelle che ha fatto in Val Pusteria, una valle ampia e vasta che va da San Candido a Bressanone. Nella casa di via delle Terme Deciane, Enrico, divenuto l’amante di Simona, donna che incontra regolarmente nell’Hotel Sant’Anselmo, discute con Mario Savignano, uomo di grande cultura, dei contenuti di uno dei grandi libri del Novecento, La Montagna Magica. Per li professore, nel libro i ricoverati nel sanatorio, collocato in Engadina, non si rendono conto che la malattia, oltre ad essersi impossessata dei loro corpi, ghermisce e devasta e scuote le loro menti. Intanto, poiché Carla ha compreso che il marito la tradisce con la giovane avvocatessa, per sfuggire al dolore da cui si sente oppressa e attanagliata, lascia e abbandona la casa di via Mercati e va a vivere durante il periodo estivo in una villa a Sabaudia, che si trova al Circeo. Durante una serata estiva, Carla viene a trovarsi, con la spiaggia inondata dalla luce intensa irradiata dalla Luna, di fronte a Stefano nuda e senza vestiti, Stefano, l’avvocato che a Roma vive nell’appartamento posto al di sopra della sua casa.

In questa parte del libro, oltre al dolore di Carla, che è separata dal marito, che pure continua ad amare, Montefoschi raffigura la tentazione del tradimento a cui Carla, ancorata al sentimento di fedeltà che la lega a Enrico, non cede. Sono memorabili e indimenticabili le scene che mostrano la distanza esistente tra Enrico e Carla, quando entrambi si accorgono che una incrinatura misteriosa, fino a quel punto sepolta nella loro anima, abbia infranto l’ultima resistenza e stia emergendo in superficie e minacciando via Mercati, il portico della villa, il giardino e mettendo tutto in discussione nella loro vita. Questa immagine letteraria precede la separazione e la crisi definitiva del matrimonio tra Enrico e Carla, per effetto della quale Enrico decide di andare a vivere in una casa di via della Scala a Trastevere. Enrico e Simona, e questa è una descrizione bellissima di quanto possa essere profondo ed intenso il legame sentimentale tra un uomo e una donna che si amano fino a superare ogni distanza fisica ed emotiva, passeggiano di sera nel giardino degli Aranci, luogo magico del quartiere Aventino di Roma, da cui si osserva e si vede, dalla terrazza a strapiombo sulla corrente verde e sottile del fiume, l’edificio settecentesco di San Michele a Ripa, un tempo rifugio dei pellegrini e dei monaci.

Proprio la malattia, di cui Mario Savignano aveva parlato con Enrico, mentre discutevano dei temi del libro di Thomas Mann, colpirà il professore, che in seguito ad essa viene ricoverato al policlinico gemelli, che appare ad Enrico come un edificio progettato per nascondere il dolore umano, segno della fragilità della condizione umana, a cui nessuna persona può sfuggire. Dopo la morte di Mario Svignano, sul lungotevere, una mattina mentre percorre in taxi questa strada che costeggia i luoghi storici tra i più belli di Roma, Enrico per caso incontra Simona. Simona lo informa che ha venduto la casa del padre, oramai vuota dopo la sua morte, e confessando che la passione che l’aveva attratta verso di lui si è esaurita, invita con delicatezza Enrico ad allontanarsi. Scena, dentro la narrazione del libro, che rimane inscritta nell’animo del lettore poiché rivela la impermanenza e la natura cangiante e mutevole dei sentimenti umani. Enrico, dopo il periodo della separazione, si riconcilia con la moglie Carla e ritorna a vivere nella casa di via Mercati ai Parioli.

Con la moglie riprende a seguire, quando non è impegnato nel suo studio di avvocato di viale Mazzini, i concerti di Santa Cecilia, che hanno in repertorio le opere di Elgar, Beethoven, Čajkovskij, Dvorak. Per risaldare il loro legame sentimentale, dopo il periodo doloroso dovuto alla separazione, Enrico e Carla decidono di fare un viaggio per raggiungere Dobbiaco. Di mattina, mentre fanno una escursione alla Val Fiscalina, un luogo magico con boschi, rocce e la pista di fondo per lo sci, Enrico cade e si ferisce alla testa. La conclusione del libro, che mostra la durata dei sentimenti umani nel corso del tempo, sorprenderà il lettore. Un libro che colpisce per la bellezza letteraria della scrittura e la capacità di questo scrittore, Giorgio Montefoschi, di analizzare la natura ambivalente e inafferrabile dei sentimenti umani. Imperdibile.

Dell’anima non mi importa Condividi di Giorgio Montefoschi, La nave di Teseo 2022, 320 pagine, 19 euro

Aggiornato il 22 marzo 2022 alle ore 17:10