Sky, da domani la serie tivù “Il Re”, con Zingaretti

Luca Zingaretti sperimenta il lato oscuro della legge. L’attore romano dà il volto a Bruno Testori, un personaggio che a un “certo punto decide di farsi Dio” con un’idea tutta sua della giustizia. Da domani, su Sky Atlantic e in streaming su Now, va in onda un prison drama ambientato in un carcere di massima sicurezza. Una produzione Sky Studios con Lorenzo Mieli per The Apartment e con Wildside, entrambe società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Zocotoco. Otto episodi diretti da Giuseppe Gagliardi e scritti da Stefano Bises, Peppe Fiore, Bernardo Pellegrini, Davide Serino.

Zingaretti è il controverso direttore di un carcere di frontiera, sovrano assoluto di una struttura – il San Michele – in cui nessuna delle leggi dello Stato ha valore, perché il bene e il male dipendono unicamente dal suo giudizio. Per Zingaretti, Testori “è un uomo che si sente superiore alla giustizia. Anche se io non sono così netto nel giudizio. Mi sono sempre dato la regola di non giudicare i personaggi che interpreto. Cerco di coglierne le sfumature, l’umanità, i conflitti. E in questo Testori è un personaggio straordinario. Una sfida per un attore. In fondo nessuno di noi è completamente buono o cattivo”.

Ma chi è Testori? “Un uomo che è partito con una missione, ma poi perso la bussola, si è perso, finendo con il compiere delle azioni profondamente sbagliate. E andando avanti continua a fare errori”. Testori è spietato con chi lo merita, ma anche all’occorrenza misericordioso. Si identifica nelle biografie dei detenuti, perché lui stesso, per primo, è un uomo deragliato. “L’umanità che emerge dal personaggio –aggiunge Zingaretti – finisce per creare sintonia con il pubblico che pur profondamente negativo resta un punto di riferimento”. Il male è contagioso?

Secondo Zingaretti, “lo è. Lo dice la storia del mondo dall’Antico Testamento ad oggi”. L’attore rivela che per costruire il personaggio ha visitato due istituti di carcerari: “Ho parlato con magistrati, detenuti ed ex detenuti, agenti penitenziari. È parte del lavoro di documentazione. Alla fine l’idea che tutti abbiamo del carcere è molto diversa dalla realtà”. Nel cast figurano tre splendide attrici: Isabella Ragonese, Anna Bonaiuto, Barbora Bobulova. La prima veste i panni di un’agente della polizia carceraria del San Michele. Bonaiuto è il pubblico ministero che indaga sulla rete di illeciti e connivenze che fanno capo a Testori. “Il mio pubblico ministero – afferma l’interprete – è una donna con la bilancia della giustizia in mano. Ha rinunciato a tutto per questa sua ossessione, ha una sorta di corazza e va avanti come un tank. Una donna sarcastica, a volte irritante”. Bobulova è l’ex moglie di Testori: “Gloria è il lato intimo di Bruno, il ponte”.

Zingaretti non può sottrarsi a una riflessione sul personaggio che lo ha reso celebre. “Il Commissario Montalbano – afferma – è stata un bellissima cavalcata, che ci ha fatto conoscere e amare in tutto il mondo, e non c’è nessun desiderio di riscatto, di volerlo dimenticare, mi sono sentito semplicemente di voler chiudere quell’esperienza perché sono venuti a mancare alcuni compagni. Questo progetto di Sky è nato prima, ancora prima della chiusura di Montalbano, raccontare questo personaggio di Bruno Testori è stato un regalo per me come attore. Per questo ringrazio Nils Hartmann. Perché da tempo volevo lavorare con Sky, una rete che ha cambiato il modo di fare serialità in Italia”.

Aggiornato il 17 marzo 2022 alle ore 14:36