Platone: Il mondo è un’ombra

Come abbiamo visto, il problema dell’uomo quando intende conoscere la realtà o fondare valori e giudizi “veri” consiste nel fatto che l’uomo è giudice in se stesso e non ha qualcuno a lui superiore il quale gli dà la certezza che quanto egli pensa sia vero. Se un uomo ritiene che uccidere è un bene, e un altro uomo dichiara che uccidere è un male, chi stabilisce se stia nel vero l’uno o l’altro? Se un uomo ritiene che essendoci la morte non vale la pena di vivere, ed un altro stabilisce che proprio perché c’è la morte vuole vivere, chi ha ragione? Specialmente in campo morale è una questione problematica determinare valori accettati da ogni uomo. D’altro canto però la società non potrebbe esistere se ciascuno vivesse in un mondo personale.

Occorre credere in valori comuni. Ma questi possono cambiare o sono stabili, duraturi? I Sofisti credevano che non ci sono valori eterni, gli uomini cambiano opinione, si accordano, non si accordano, uno stesso uomo muta idea. Per Socrate una persona, dotata di ragione, riesce a stabilire il vero, la virtù, il bene e rendersi felice. Ma se un altro uomo crede che virtù, verità, sono diversi dal bene, dalla virtù, dal vero come li intende Socrate? C’è un giudice superiore che dia la certezza di quale è il bene, quale la virtù, quale la verità? Platone sentì drammaticamente che lasciare l’indagine alla mente di ciascun uomo avrebbe reso incerto il raggiungimento di uno scopo comune, ognuno avrebbe pensato a modo suo, e saremmo ancora in campo sofistico. Egli concepisce una via di uscita che è propria delle religioni ma che egli immette nella filosofia. Come è noto, di solito le credenze spirituali ritengono che un’entità sovrumana pone ed impone valori e conoscenze sicure e comuni. Questo principio o entità che sia, Dio o che altro, garantirebbe, ripeto, calori e conoscenza. In tutte le religioni queste Entità superiori stabiliscono ciò che è bene, ciò che è male, ciò che è vero, ciò che è falso, e redigono delle leggi.

Platone inserisce questa concezione nella filosofia per dare la certezza che quanto l’uomo conosce o valuta è del tutto vero. Ma invece di una entità o di un Dio, Platone concepisce un mondo superiore, che chiama Iperuranio (Mondo di Sopra). In questo esistono le essenze (Idee) di ogni realtà. Poniamo, vi è l’idea di uomo, l’idea di albero, l’idea di fiume, e tutto il resto. Le idee sono esistenti, universali, oggettive. L’idea suprema, regolatrice è quella del sommo bene. L’anima dell’uomo, prima di incarnarsi, sta nel mondo delle idee (ovvero l’iperuranio), quando si incarna e scende nel mondo terreno, vede le varie esistenze: i cavalli, i fiumi, gli alberi… e ricordandosi di aver visto le essenze (Idee) del fiume, dell’albero e così via, riconosce ciò che aveva visto, dunque conoscere è ricordare.

Non possiamo dubitare che esiste ed ha un valore universale quanto vediamo, giacché è una manifestazione delle idee. Queste non sono frutto della nostra mente, come sosteneva Socrate, bensì appartengono al mondo di sopra. Pertanto la conoscenza è sicura, ciascuno di noi è stato come anima nell’iperuranio, prima di nascere come uomo sulla terra, e l’anima, l’abbiamo detto, ha visto le idee, e quando scende nel mondo se ne ricorda. Quanto proverrà da questa concezione, del tutto fantasiosa, è a fondamento di una delle visioni più grandiose del pensiero, e l’uomo oceanico che lo espresse fu un greco, un ateniese, Platone.

Aggiornato il 02 marzo 2022 alle ore 10:49