“Ennio” riempie le sale nonostante la crisi

Le sale italiane soffrono la crisi pandemica. Ma c’è una piacevolissima eccezione che conferma la regola: Ennio, il documentario di Giuseppe Tornatore su Morricone riempie i cinema. Distribuito da Lucky Red dal 17 febbraio in collaborazione con Timvision il ritratto del musicista è una storia tutta da scoprire. L’omaggio al grande compositore, autore di oltre 500 colonne sonore indimenticabili, scomparso nel 2020, è al terzo al box office italiano del weekend dopo i blockbuster americani Uncharted e Assassinio sul Nilo. Gli incassi del documentario in quattro giorni sono notevoli: 651mila euro, sfiorando un milione totale con le anteprime. Il film sta riportando in sala il pubblico adulto più recalcitrante, accomodato sul divano da due anni nel comfort delle piattaforme, di questi tempi un piccolo miracolo. E anche la strategia distributiva è un fatto da studiare: accolto molto bene alla Mostra del cinema di Venezia fuori concorso, il film sarebbe dovuto uscire a gennaio, ma a causa dell’ondata Omicron è stato posticipato. Numerosi spettatori sono andati alle anteprime, uscendone talmente soddisfatti da lanciare un passaparola formidabile.

Un affabulatore del calibro di Tornatore sta accompagnando il film introducendolo in proiezioni che registrano il tutto esaurito. Non dimentichiamo poi che Ennio è un documentario di quasi due ore e mezzo sulla vita di Morricone: sulla carta un film per pochi adepti, per cinefili e amanti della musica. Invece è sorprendente, una forza inattesa nella storia del musicista e nel racconto di Tornatore, un’alchimia tra i due premi Oscar non scontata. Ieri il Sngci, Sindacato nazionale dei giornalisti cinematografici, con il nuovo direttivo appena insediato, gli ha assegnato il Nastro d’argento, come Miglior documentario 2022. Si aggiunge alla designazione del sindacato critici Sncci di film della critica 2022.

“Oggi – sostiene Tornatore – si è avverato un sogno. Ho lavorato venticinque anni con Ennio Morricone. Ho fatto con lui quasi tutti i miei film, per non contare i documentari, gli spot pubblicitari e i progetti che abbiamo cercato di mettere in piedi senza riuscirci. Durante tutto questo tempo il nostro rapporto di amicizia si è consolidato sempre di più. Così, film dopo film, man mano che la mia conoscenza del suo carattere di uomo e di artista si faceva più profonda, mi sono sempre chiesto che tipo di documentario avrei potuto fare su di lui”.

Aggiornato il 23 febbraio 2022 alle ore 09:25