I cantanti

Sangiovanni: è una creatura e pare brutto dargli addosso. Però, davvero, non se ne può più di queste canzoncine tutte uguali di adolescenti brufolosi. Comunque “Farfalle” sarà un successone tra gli under 12 – che pure quelli vanno accontentati – e i suoi milioni di followers non glieli tocca nessuno. Per noi patentati, “Sangiovanni” resterà l’imprecazione per quando ci martellerà tutta l’estate. Voto: 4.

Giovanni Truppi: si presenta con una canotta slabbrata che non si perdonerebbe nemmeno al pensionato in gita a Ischia con la comitiva del centro anziani, figuriamoci in una serata di Sanremo. Poi ti parte con un brano di quelli che non ti aspetti mai al Festival, ma anche proprio nel millennio in corso: una cosa bella. Un testo poetico ma anche ironico, con parti recitate quasi alla Califano. Bella la musica, bello tutto. Il Tuppi avrebbe potuto – m’allargo – essere il Rino Gaetano di questa edizione, ma il ribrezzo iniziale comporta la perdita di un paio di punti. Voto: 8.

Le Vibrazioni: l’unica posizione (bassissima) assolutamente non condivisibile nella classifica generale. Il pezzo rockeggiante non è affatto brutto e Sarcina, a parte un paio di stecche da gola secca, è sempre dignitoso sul palco. Speriamo che stasera il pubblico riscatti decenni di voti autolesionistici, anche e soprattutto in altre sedi, e li faccia risalire almeno un po’. Voto: 7.

Emma: elegantissima alla Jessica Rabbit e diretta a sorpresa da Francesca Michielin – che invece portava il vestito dell’anno scorso – si lancia però in un’interpretazione che penalizza la sua vocalità. Niente di che. Voto: 5.

Matteo Romano: a differenza degli altri esponenti della generazione Tik-Tok, si fa chiamare con nome e cognome e questo gli fa onore, perché vuol dire che non ha paura che qualcuno lo vada a cercare a casa per menarlo. Per il resto vale quanto detto su Sangiovanni, con la differenza che la canzoncina è ancora più insignificante e financo demodé: voto 4.

Iva Zanicchi: ha 82 anni ma ne dimostra 34, quindi chapeau a chi di dovere. Però il brano è di una noia mortale e anche l’interpretazione non emoziona. Lei, a commento di una – peraltro immotivata – ovazione del pubblico, dice di avere già vinto il Festival. Sì, quello del ’67. Voto: 4.

Rettore e Ditonellapiaga: brano simpatico sulla scia dei classici disco, vestite benissimo loro, divertente l’interpretazione, bellissima la giovane e gran coraggio della Rettore a farsi affiancare da una così. Voto: 7.

Elisa: forse per la prima volta in trent’anni non ci prende in giro col falsetto che sono capace pure io, e canta a voce piena. Il che è già apprezzabile. Poi vestito bellissimo e una ballata decente e bene interpretata. Il primo posto in classifica generale mi pare eccessivo, però – anche considerato il livello di quest’anno – una bella figura ci sta. Voto: 8.

Fabrizio Moro: deve aver capito che ne abbiamo abbastanza, quindi abbandona il suo consueto stile “Osteria numero mille” e canta più o meno in italiano corretto. Ma di inni all’amore totale, da Jovanotti a salire, ce ne sono tanti di meglio e anche quelli avrebbero un po’ stufato. Voto: 4.

Irama: di riffa o di raffa ieri il ragazzo ha cantato, se pure con qualche accentatura di minghiana memoria. E il testo della canzone – si spera a perenne abiura di roba come la schiena nera – ha una sua inattesa poeticità. Oh, a sorpresa non è stato male. Voto: 7.

Tananai: il suo brano forse voleva essere ironico, sulla scia dell’archetipo del genere, ovvero l’indimenticabile “Sesso senza cuore” di Rosalia Porcaro. Invece non esce niente di divertente e il giovane cantautore milanese non canta affatto bene. Voto: 4.

Aka7even: ora, mi rendo conto che gli under 16 potranno apprezzare, ma per quanto mi riguarda potremmo tutti sopravvivere serenamente alla prossima estate anche senza questi cantanti che smozzicano le parole. Quanto al brano, valgono le considerazioni già generosamente spese sugli altri neomaggiorenni in gara. Voto: 3.

Highsnob e Hu: un brano intimo, interpretato magari con enfasi degna di ben altre cause. Comunque meglio di tanti altri “ggiovani”. Voto: 5,5.

 

 I conduttori e gli ospiti

 

Lorena Cesarini: purtroppo, alla fine dei conti, la presenza della giovane attrice si risolve in uno spunto per una lunga – parecchio – riflessione sul razzismo, che non ci abbandona. Che poi, se polemica doveva essere, al posto dei razzisti da tastiera io l’avrei scatenata più sul fatto che la ragazza è, oggettivamente, troppo magra e v’è da sperare che le spettatrici in età puberale non prendano il suo fisico a modello. Anche gli eccessivi ringraziamenti, da miracolata, alla volta di Amadeus… Mah, perché umiliarsi così? Voto: 3.

Checco Zalone: sul primo intervento sul palco dell’Ariston, all’insegna del più sfrenato politicamente scorretto, si discuterà parecchio. Però, a voler prendere le cose per il verso giusto, la “fiaba” Lgbt del principe calabrese, per quanto un po’ scontata la denuncia dell’ipocrisia degli omofobi, era uno spasso. Anche i successivi sketch sul virologo di Cellino San Marco e sul rapper sofferente perché “poco ricco” valevano la pena di tirare fino alle 23,30. Voto: 8.

Laura Pausini: con la Pausini si ripete il miracolo che va avanti da una trentina di anni: canzoni orrende con un successo planetario. Ieri la diva ci anche minacciato con la prossima uscita nientepopodimeno che del suo primo film, nel quale interpreta, insieme a familiari ed amici, la Laura che è stata e quella che avrebbe potuto essere. Una roba da gettare nel panico i gestori delle poche sale cinematografiche ancora aperte. Si aggiunga che questa non richiesta tendenza all’autocelebrazione getta ombre anche su quelle che erano le caratteristiche positive della Pausini, e cioè la semplicità e la simpatia. Voto: 3.

Orietta Berti: brevemente per una menzione speciale per il vestito di ieri sera: dichiaratamente stile “Via col vento”, in realtà allude a una serie di culte citazioni cinematografiche, tradizioni popolari e appelli ambientalisti. Leggasi: il verde Ghostbusters dei guanti, le mongolfiere delle feste di paese e le stampe animalier. Si conferma. Voto: 8.

Aggiornato il 03 febbraio 2022 alle ore 13:08