Il peso storico, critico e istituzionale degli artisti è rappresentato dall’Atlante dell’arte contemporanea edito da De Agostini. Domenica 30 gennaio, alle 15, al Teatro Italia, a Roma viene presentata la nuova edizione dell’annuario, circa mille pagine tra arte, storia e tradizione. Sono state diverse le case editrici che il volume ha acquisito nel tempo, così come numerosi gli storici e critici d’arte che hanno presieduto la sua realizzazione, quella di un progetto, il più longevo tra tutti gli annuari esistenti, che vanta ben ottantuno anni di storia alle spalle, giungendo a De Agostini nel 1994. Eppure l’Atlante, che in un tempo meno recente si chiamava Arte contemporanea italiana è rimasto la bussola di orientamento necessaria a censire e catalogare l’arte nostrana sulla scena globalizzata internazionale. Numerosi gli artisti trattati quanto le venti regioni italiane, con uno sguardo distaccato anche all’arte internazionale e alle nuove tendenze. Sulla copertina spazio quest’anno a una tanica di trementina dell’artista Luca Vernizzi, figlio del chiarista Renato, che indaga, con uno squisito tocco figurativo, l’uomo e le cose; oggetti d’uso comune che riempiono il tempo, che coprono il vuoto e i silenzi.

Ecco forse perché Eugenio Montale, vicino al Vernizzi da una similare poetica, non solo si è fatto ritrarre dall’artista bensì, nel retro del disegno, gli ha espresso a matita parole d’affetto. E poi l’arte del passato che vive in ogni pagina, impreziosita da una grafica sobria e ricercata, dove il colore galleggia tra memorie, ricordi e studi d’atelier. Un’arte fatta di “costruttori” che insegna quanto sia importante ancora la manualità, il passato, la tradizione; “un’arte dell’Infinito che stimola il raccoglimento e la commozione più profonda”, a dirla con le parole della curatrice Stefania Pieralice, la quale sottolinea come l’artista ante litteram possa acquisire oggi, a pieno titolo, il ruolo di “riformatore di Verità”. Diverse le sezioni del volume, partendo da una prima parte di taglio più internazionale con artisti storicizzati si giunge agli speciali, curati da Ivan Caccavale. La fotografia dei grandi nomi – e qui, a quasi un anno dalla scomparsa, trova spazio la conversazione con gli eredi di Giovanni Gastel, tra i più importanti fotografi internazionali – passa il testimone agli accostamenti imprevedibili tra arte e moda – punti di forza della maison Gucci – indagati attraverso l’esclusiva intervista al suo direttore creativo Alessandro Michele. A impreziosire il volume quest’anno anche due interventi, tra cui la prefazione al libro, a firma di Paolo Levi, giornalista e storico caporedattore degli annuari Bolaffi Arte.

E poi ancora tutta la parte riguardante il mercato, tra nuovi trend, quotazioni e risultati d’asta, per giungere al corpus centrale del volume, in cui trova spazio la catalogazione degli artisti; ben oltre mille pagine corredate da testi critici che consegnano alla storia futura il volto più vero e vibrante dell’arte. “Attento ai gusti del mercato e al contempo capace di guidare i collezionisti alla vera storia dell’arte contemporanea” questo è lo scopo, o piuttosto la missione, dichiarata dal direttore editoriale della collana Daniele Radini Tedeschi a fronte dei numerosi artisti trattati tra cui si segnalano, solo per citarne qualcuno, autori del calibro di Giorgio De Chirico, Domenico Gnoli, Emilio Vedova, Giacomo Balla, Paolo Scheggi, Alberto Burri, Carol Rama, Lucio Fontana, Domenico Gnoli, Piero Manzoni, Enrico Castellani, Pino Pascali, Giulio Paolini, Giorgio Morandi, Marino Marini, Afro, Agostino Bonalumi, Massimo Campigli, Mimmo Paladino, Rudolf Stingel, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, Maurizio Cattelan, Ettore Spalletti.

“Atlante dell’arte contemporanea 2021”. Edizione illustrata, a cura di Daniele Radini Tedeschi e Stefania Pieralice, De Agostini 2022, 960 pagine, 95 euro

Aggiornato il 28 gennaio 2022 alle ore 12:31