Tra scienza, filosofia, religione: Blaise Pascal

Personaggi della civiltà

Le religioni manifestano esigenze insopprimibili degli uomini, esigenze che la stessa filosofia, e la scienza, pur affrontandole non risolvono o risolvono in maniere che molti uomini giudicano non soddisfacente. Gli uomini hanno un insopprimibile bisogno di sapere da dove, da chi sorge l’universo; l’uomo cerca si sapere che gli avverrà dopo la morte; l’uomo vorrebbe detenere una regola di comportamento che gli assicuri il bene e provenga da una autorità indiscutibile. Queste esigente, dominanti, lo sospingono alla religione. Infatti le religioni pretendono di stabilire che un Dio unico o prevalente creò o formò, ordinò l’universo; che la morte dà spesso origine ad una nuova vita; che un Dio o vari dei sanno e rivelano la strada del Bene. Gli uomini, la più grande quantità, si sono contentati di queste possibilità e ne sorgono le varie religioni: Dio o dei creatori o formatori dell’Universo; promettitori di un aldilà della vita, dell’immortalità; giudici di chi ha obbedito e di chi non ha obbedito alle regole, ai culti religiosi.

Tramite di queste realizzazioni sono i sacerdoti. Presso che in ogni religione sussiste un ceto sacerdotale il quale conosce i riti e raccoglie le offerte propiziatorie, giacché le religioni finiscono con il costituire una eventualità di ottenere benefici da Dio o dalle divinità con i sacrifici e l’obbedienza, donando ai sacerdoti come mezzo per donare a dio o alle divinità di cui si invocano i benefici. L’aspetto rivelatore (origine dell’universo, aldilà della vita dopo la morte) e l’aspetto propiziatorio (se obbedisco e dono Dio o gli dei mi favoriranno) sono coessenziali a tutte le religioni, e, ripeto, a fondamento di un ordine sacro che è costituito dai sacerdoti, pastori, bramini o altre denominazioni secondo le religioni. Dal punto di vista filosofico e scientifico le religioni sono formulazioni fantasiose poiché ritengono di comprendere il non comprensibile, sostengono filosofi e scienziati, non tutti, che sfugge alla capacità mentale dell’uomo sapere come mai esiste l’universo e come mai esisterebbero Dio o gli dei; sostengono filosofi e scienziati che della condizione successiva alla morte niente conosciamo, dunque ogni concezione di una sopravvivenza è dubitabile. Le religioni replicano in vari modi. Per le religioni antiche la questione non si poneva: gli dei vivevano tra gli uomini, erano corporei, dunque esistevano visibilmente. I miti sono in gran parte formulazioni della corporeità degli Dei, della loro esistenza tra gli umani.

Nelle religioni monoteistiche, nella quali esisterebbe un Dio astratto, radicalmente spirituale, invisibile, la soluzione viene da uno o più personaggi in condizioni di rivelare la volontà di Dio, profeti come Mosè, Messia, come Gesù Cristo o Maometto. Inoltre le religioni monoteiste concepiscono una via diversa per fondare la verità, non la ragione, non la scienza ma la fede. La fede farebbe attingere ciò che ragione e scienza non attingono. Come si coglie nelle religioni l’uomo esprime tutto di sé: i limiti della nostra conoscenza, il mistero della esistenza dell’universo, il problema del dopo morte, la determinazione dei comportamenti. Vi è un altro aspetto: le religioni hanno ispirato la massima quantità di opere d’arte. Credenti o non credenti non vi sarebbero le civiltà come vi sono se non fossero esistite le religioni.

Il “personaggio” che nel momento in cui trionfavano la filosofia razionalista e si affermava la scienza avvertì che nell’uomo vi è una insopprimibile esigenza religiosa fu e rimane Blaise Pascal. Nessuno, prima e successivamente, percepì che l’uomo non ha confronto soltanto con la storia e la natura ma sopra tutto con il mistero e l’eternità.

Anche Giacomo Leopardi pervenne a tanto ardire, ardimento, che la Storia è il percorso del Nulla, un giro di danza rispetto alla natura ed al mistero del come mai esiste l’essere. Blaise Pascal fu un prodigioso giovane, inventivo nelle scienze anche per fini pratici. Apparteneva alla classe superiore, ne godeva i vantaggi, un rovinoso incidente di viaggio che ne mise al confine dell’esistenza l’esistenza gli rivelò quanto la società e la storia occultano, la morte, il nulla. Pascal considerò, ed è l’essenza del suo pensiero, e lo sarà del consentaneo Leopardi, che breve è la vita, eterna la morte. Leopardi fonde la morte con il nulla, Pascal si intesta di ammantare il nulla di un rimedio, entrambi ritengono che è vacuo dare consistenza alla vita breve rispetto alla morte infinita, se non risolvi l’aldilà dell’aldiquà. Studia, vaglia, patisce, si angoscia, si abbatte, e trova. Che trova? Un azzardo. Quale azzardo? Una scommessa. Che scommessa? Dio. Dio è una scommessa? Dio è una scommessa. Che significa?

Pascal è reciso. Che vantaggio si ha a non credere se possiamo ottenere vantaggio a credere! La fede diventa in Pascal la “scommessa” del vantaggio della fede. Tu credi, se è giustificato guadagni la vita eterna, se non è giustificato ti annienti e comunque ti annienteresti. Gli studi ossessivi che Pascal compì sulle Scritture per dimostrarsi che se i Testi Sacri annunciano il Messia e poi il Messia viene dimostrerebbero che sono ispirati dal Soprannaturale valgono soltanto a testimoniare l’angoscia atterrita di un uomo malato che non accettava il nulla. Similmente per il rilievo che Egli affidava ai miracoli. Pascal, come Leopardi e in misura limitata Friedrich Nietzsche, antimetafisico renitente, a Søren Kierkegaard, a Franz Kafka è pensatore esistenziale. Sormonta la Storia, la società, il prossimo, coglie la solitudine dell’individuo che gli altri non possono rimediare. Vita e morte sono tue attimo su attimo, sei solo anche se vincoltissimo all’amore degli altri, quel che accade a te, il tempo scorre in te per te, il tuo confronto è con Dio o con il Nulla. E la Storia? Esiste, certo, ma se alzi lo sguardo scorgi, oltre la Storia, Dio o il Nulla.

Friedrich Nietzsche cercò di scampare al dilemma, concepì che vi sarebbe un terza ipotesi, l’eterno ritorno della vita nella vita. Mitologia, per amore della vita. Credo che impazzì perché, onesto come era, capì, senti che di eterno c’è il Nulla. In quanto a Dio, pensava di averlo ucciso! Sconvolgimenti di persone, personaggi estremi, che non stanno a pascolare il tempo della vita, così, per giungere alla fine, senza capire senza indagare come mai esiste l’esistenza, come mai esiste Dio, se Dio esiste, se tutto finisce in polverio di stelle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aggiornato il 13 dicembre 2021 alle ore 16:01