Personaggi mitologici, Personaggi letterari, Personaggi reali

Personaggi della civiltà

La Storia, le Civiltà vengono dai popoli, ma all’interno dei popoli esistono gli individui. Individui dalle diverse caratteristiche. Individui mitologici, Individui creati dall’arte, Individui esistenti come persone. Anche se la Storia e le Civiltà sono animate dai popoli, i popoli sono anonimi quantunque riconoscibili come insieme, tuttavia inevitabilmente per identificarli dobbiamo ricorrere agli Individui. Se nominiamo i Macedoni ci riferiamo ad Alessandro Magno, se diciamo Roma ci è presente Caio Giulio Cesare, per esemplificare. Le grandi Individualità dispiegano la loro presenza sui popoli, sulle civiltà, al grado che sembrerebbe siano i suscitatori esclusivi della Storia e delle Civiltà. Il che sproporzionerebbe la loro importanza. In ogni caso, a questi Soggetti rappresentativi viene data rilevanza nell’esposizione che segue. Non per delimitare la Storia e le Civiltà esclusivamente ad essi ma per riconoscerne il valore, il significato, gli effetti, e onorare quanti hanno dato alla loro esistenza il compito di accrescere il patrimonio umano dell’umanità. Imprese colossali, scopi immani, volontà di acciaio, il segno supremo di quel che l’uomo riesce ad attuare.

Nel bene e nel male, nel flusso del pensare e dell’operare. Inarrestabilmente. In un accrescimento perpetuo. E se credevamo di giungere ad una vetta insuperabile, la superiamo o tentiamo. Giacché, alla resa dei conti, il solo dato certo che abbiamo è vivere la vita, massimamente, inebriati di qualche scopo che valga o ci illuda che valga a spendere i giorni della nostra preziosissima esistenza. Tenuto conto che restiamo al mondo un pugno di brevi anni e lo sconfinato Tempo prima di noi e dopo di noi è senza di noi, si che quei pochi anni dovremmo farli deflagrare estremamente. Coloro di cui ho scritto e scriverò o nel loro valore rappresentativo o nel loro pensare ed operare incisero se stessi nella memoria delle civiltà. All’uomo non è concesso di più che restare nella memoria degli uomini.

Mito. Leggenda. Storia

Gli Individui di cui narreremo li attingiamo dai Miti, dalle Leggende, dalle Opere Letterarie, dalla Vita. I Miti sono vicende fantasticate che vengono considerate vere. Di solito riguardano Divinità e i grandi temi, problemi dell’esistenza: la creazione o formazione del Mondo, la Morte, l’Aldilà. Esigono una interpretazione. Nel senso che offrono molteplici significati, non necessariamente costitutivi nella loro origine ma estraibili dalla loro costituzione. Certo, Sofocle non avrebbe mai supposto che “inventando” il Mito di Edipo, il figlio che uccide il padre e sposa la madre, avrebbe dato modo a Sigmund Freud di “scoprire” il “complesso di Edipo”, la voglia del bambino di sostituire il padre nei rapporti esclusivi con la madre. I Miti, infatti, hanno questa proprietà, di essere decifrabili con molteplici significati, da ciò la loro eternità, essi colgono qualcosa di fondamentale della problematica umana, un nodo, un valore, un’interrogazione, un’aspirazione, un fenomeno naturale e lo espongono in maniera, dicevo, fantasiosa. Poniamo, il Tempo uccide i viventi, ebbene si impersona il Tempo in una divinità Crono (il Tempo) che mangia i figli.

Esiste l’uomo? Ebbene si dà origine al mito di un Individuo possente (Prometeo) che lo forma con fango e fuoco. I miti esprimono problematiche cosmiche ed esistenziali, di solito, non sempre con protagonisti divini. Esiste differenza tra Mito e Leggenda. Il Mito ha un significato grandioso, coglie i nodi della condizione umana e cosmica, la Leggenda si circoscrive a situazioni di minor valenza umana e cosmica, è, piuttosto, la esaltazione grandiosa, tra realtà ed irrealtà, di un avento o di un personaggio. Diciamo anche “leggenda”, “leggendario” un evento o un personaggio del tutto reali che però assurgono a grandiosità. Ma niente al di là della grandiosità, laddove il Mito spiega in forma fantastica o pone in forma fantastica un nodo, ripeto, della condizione cosmica e umana. Per dire: la formazione del Mondo, gli Dei costituiscono miti; le imprese di Alessandro Magno sono leggendarie. I personaggi letterari non hanno bisogno di spiegazione, ci vengono da poemi, romanzi, tragedie, commedie. I personaggi reali sono gli uomini che hanno vissuto. Miti, Leggende, Personaggi Immaginati, Personaggi Reali, ecco chi si è esibito nella recita che l’uomo crea ed offre all’uomo.

Miti greci esemplari

I Miti che espongo ora non sono cosmologici né religiosi, costituiscono, piuttosto, situazioni della condizione umana anche se i protagonisti sono spesso Dei o Entità Superiori, in ogni caso gli Dei sono proiezione di eventi umani. Che esiste di più umano della lotta per il potere? Moltissime religioni antiche, compresa l’ebraica, la cristiana, l’islamica concepiscono una ribellione alla divinità o alle divinità da parte di altre divinità o dell’uomo. Il risultato è lo spodestamento del “vecchio” Dio o la vittoria dei Dio o degli Dei che dominavano.

Il mito di Atlante

Uno dei miti di lotta agli Dei è il mito di Atlante, dai vari significati. Atlante si unisce ai Titani, esseri potentissimi, guidati da Crono, i quali presumevano di abbattere il Regno di Zeus (Giove). Ma Giove possiede la tremenda arma della folgore, e annienta i Titani. Atlante viene punito a dover sostenere sulla schiena la volta celeste. È non soltanto la superbia avvilita ma anche una (mitologica) spiegazione di come avviene che la volta celeste si regga nell’aria. Atlante è considerato padre di nuclei di stelle, porta il suo nome una catena montuosa in Africa, anche la prima vertebra della colonna vertebrale ha il suo nome.

Il mito di Tantalo

Più problematico il mito di Tantalo. Costui intende capire se gli Dei sono conoscitori della realtà, onniveggenti. A tal fine imbandisce loro carne umana. Gli Dei non si rendono conto del pasto che ingoiano, segno che non sono onniveggenti. È una questione di importanza estrema. Nel mondo greco, ma in larga misura nel mondo non ebraico, non cristiano, non musulmano, gli Dei non hanno caratteri morali e mentali superiori all’uomo. Gli uomini spesso l’hanno vinta sugli Dei. Gli Dei solo in questo si distanziano dall’uomo: non sono mortali. A punizione dell’aver umiliato gli Dei, Tantalo fu condannato a non potere raggiungere il cibo che gli stava prossimo, ogni qual volta lo avvicinava le pietanze sfuggivano. Evidentemente il Mito può essere inteso in vari aspetti, se il primo è la non superiorità conoscitiva degli Dei giacché non colgono che la carne da loro mangiata è umana, la condanna di Tantalo sembra figurare l’impossibilità di Tantalo (e dell’uomo) di raggiungere la soddisfazione del desiderio.

Aggiornato il 10 novembre 2021 alle ore 15:40