L’India dopo Gandhi, il Risorgimento dell’Oriente

Personaggi della civiltà

Alla morte per assassinio di Gandhi, diventa primo ministro Jawaharlal Nehru. Nato nel 1889 da una illustre famiglia della casta dei brahmani e collaboratore da sempre di Gandhi, Nehru è un capo politico, non spirituale come Gandhi, la sua attività è volta a beneficio del popolo, compiendo sostanziali attività nel campo agricolo con sistemi di irrigazione, distribuzione delle terre, incremento dell’elettricità, fertilizzanti, stabilendo l’intervento e le prerogative dello Stato in campi strategici, forgiando piani quinquennali sul modello socialista, ma rimanendo un paese democratico, non a partito unico. Il governo di Nehru, che durò fino alla sua morte, ebbe vicissitudini drammatiche, l’aggressione della Cina, nel 1962, e la scissione dei musulmani con la creazione del Pakistan. In politica estera fu protagonista della collaborazione dei paesi neutrali, né comunisti né capitalisti, con l’obiettivo di stabilire un dialogo tra Unione Sovietica ed Occidente. A causa dell’aggressione cinese fu costretto a volgersi agli Stati Uniti. Dopo alcuni anni dalla morte di Jawaharlal Nehru, gli succede la figlia Indira, che lo aveva accompagnato sempre.

Indira fu primo ministro in due momenti, nella prima compì sostanziali riforme economiche, nazionalizzazione delle banche, limiti alla proprietà privata, ai privilegi, alle rendite, in favore dei miserissimi ceti popolari, dovette affrontare la guerra con il Pakistan, ristabilì buoni rapporti con l’Unione Sovietica, dotò l’India dell’arma nucleare che costituiva la meta dei paesi insicuri, dominabili. Estromessa, accusata, imprigionata, tornò al potere per l’incapacità di chi la sostituiva. Opponendosi all’autonomia del Punjab, repressa crudamente, venne uccisa da guardie Sikh, 1984,era nata nel 1917. Suo figlio Rajiv, che divenne primo ministro, fu anch’egli ucciso. L’India, in ogni caso procede nella modernizzazione, e nel terreno informatico, restando con ampie zone di povertà e con residui di intolleranza religiosa.

Anche se le caste sono eliminate, sussistono sovente nella realtà. L’induismo prevale nettamente, gli dei sono milioni, ed in certo senso tutto e tutti sono divinizzati, gli animali intoccabili, tranne in certe forme sacrificali, gli indiani induisti sono nettamente rituali. È abbastanza presente il buddhismo, che attenua l’estremismo ascetico dell’induismo. Essenza sia dell’induismo, sia del buddhismo è il distacco, il controllo netto sui propri stati d’animo. La sorte della condizione della nascita deriverebbe dai comportamenti precedenti, chi ha malvissuto nasce in condizioni inferiori, chi ha vissuto bene nasce in condizioni più elevate, dopo vaie incarnazioni migliorative l’anima merita di staccarsi dal corpo e finalmente vi è la morte, giacché per l’Induismo la vita è dannazione da fuggire compiendo il dovere della casta in cui si è nati. Per dire, se un brahmino (sacerdote) è stato fedele al suo compito dopo alcune reincarnazioni, si scioglie dalla prigionia del corpo, altrimenti, peggio per lui, continua a vivere! Il rapporto diretto tra metafisica e morale ossia: l’anima subisce le attività del soggetto ed è controllata da entità superiori. Questa visione influenzò di certo tanto l’ebraismo che il cristianesimo, nelle quali religioni l’anima è dannata o favorita secondo i comportamenti dei soggetti–  Anche il pensiero greco, Platone, i Cinici, gli Stoici, gli Epicurei devono molto al pensiero indiano, che del resto ha fornito opere supreme per azzardo mentale, nel pensiero vedico, induista, buddhista, giainismo.

Il poema Mahabharata e segnatamente Baghavdgita costituiscono Ina corona aurea della poesia e dell’etica, e certi Inni Vedici manifestano quanto di più azzardato abbia formulato il pensiero sull’incomprensibilità della realtà, sull’impossibilità di comprendere come mai esiste l’esistenza. Neanche lo Scetticismo greco si spine a tanto. Bisogna giungere a Giacomo Leopardi per rivedere il coraggio del nulla (nulla poter capire). Oggi l’India si potenzia specie in campo informatico, dicevo, alta tecnologia. Rivaleggia con la Cina per numero di cittadini e sviluppo, pur se inferiore. Gli Stati Uniti cercano di attrarla nell’area occidentale o nell’area dell’Indo-Pacifico anticinese. E disgraziatamente per noi, sembra che il futuro si volgerà di nuovo da coloro che furono straordinari nel lontanissimo passato. India e Cina. Chi sa se in Europa qualcuno ricorderà che abbiamo avuto Omero, Dante, Shakespeare, Aristotele. Per dire. Questa mancanza di orgoglio della civiltà europea mentre popoli antichi ritrovano se stessi orgogliosissimamente è la più amara bevanda della nostra situazione. A niente vale ripercorrere la nostra civiltà passata se non fa insorgere la volontà di una presente e futura civiltà. In ogni caso, bello ammirare chi risorge!

Aggiornato il 05 novembre 2021 alle ore 09:11