Valentina Tereshkova, prima astronauta

Valentina Tereshkova il 16 giugno 1963 viene inviata per la prima volta nello spazio. Ha 26 anni, un anno meno di Jurij Gagarin. Nasce in un paesino sconosciuto accostato al Volga, che oggi vanta il suo nome. Ha un’infanzia durissima. Lei ha tre anni quando le muore il padre ucciso dai finlandesi nella disastrosa Guerra d’inverno russo-finlandese. La madre con i suoi tre figli si sposta in una città dove riesce a trovare un lavoro. Valentina, per aiutare la madre in casa, inizia le scuole a dieci anni. La sua volontà è di ferro e si diploma a diciassette anni! Continua a studiare per corrispondenza mentre fa l’operaia in una fabbrica di pneumatici e successivamente lavora come stiratrice in una fabbrica produttrice di fili da cucito. Il volo la affascina e si lancia a ventidue anni con il paracadute all’insaputa dei fratelli e della madre. I lanci diventano una professione e nel frattempo diventa la segretaria dei giovani comunisti. Il programma cosmonautico russo avanza a marce forzate sotto la durissima direzione di Nikolai Kamaninaveva, capo dell’addestramento. Nikolaj include immediatamente le donne negli equipaggi spaziali dopo aver avuto notizia che gli Usa stanno addestrando donne per lo spazio. Valentina viene selezionata fra mille ragazze. Possiede i requisiti necessari: oltre 163 lanci con successo, è sotto il metro e settanta e non supera i settanta chili. Sotto la guida del leggendario astronauta Gagarin, primo uomo del mondo lanciato nello spazio, Chaika (la gabbianella) impara le difficili operazioni di guida grazie alla sua tenacia d’acciaio e la pronta intelligenza.

La missione nello spazio dura tre giorni. Valentina racconta di aver avuto molte difficoltà. Viene aggredita da malori, la capsula non tiene la rotta. Lo scarto di direzione di volo laboriosamente viene riportato sull’asse previsto. Tutti inconvenienti che saranno rivelati al mondo trenta anni dopo. Racconta scene di vita quotidiana in assenza di gravità. Mangia cibo dai tubetti e patisce la nostalgia di casa. Rientra paracadutandosi nel Kazakistan fra contadini stupiti che la accolgono affettuosamente. La missione ha subito una forte potenza segnaletica. La Russia di Krushev scatena una capillare propaganda intorno ad una donna determinata che sarà seguita da altre donne ancora russe e poi americane. Il caso ha dimensioni geopolitiche. La Russia arretrata e trinariciuta non fa propaganda e da tempo – in silenzio – ha aperto la stagione dei voli stellari ai quale aggiunge il primato femminile lasciando stupita e disorientata una America molto più ricca, evoluta economicamente e con donne che godono di una libertà ampia. Il caso Tereshkova dimostra al mondo che il marxismo russo non fa discriminazioni ma tiene conto esclusivamente delle abilità, uomini o donne che siano. Il volo ha dimostrato al mondo che le donne hanno le stesse capacità tecniche e di resistenza fisica degli uomini. Infastidisce non poco agli americani che tale affermazione pratica provenga da un Paese nemico considerato primitivo e arretrato!

La Tereshkova entra in politica, diventa componente della Duma nazionale, è acclamata sulla Piazza Rossa, riceve onorificenze di primo livello. Conosce Castro ed Elisabetta a Londra. Riesce a laurearsi, si sposa, ha una figlia, divorzia. Diventa un’icona della Russia, un popolo schivo, a tratti orientale che raggiunge obiettivi invidiabili parlando poco e agendo molto. Diventa il simbolo della affermazione femminile nel mondo già nel 1963. Il suo nome viene assegnato ad un cratere della luna.

Aggiornato il 07 settembre 2021 alle ore 18:39