Una narrazione in prima persona, un’opera scritta non per fare romanzo ma per testimoniare vicende desolanti: stiamo parlando di “Donbass, la guerra fantasma nel cuore dell’Europa”, il libro di Sara Reginella.
L’argomento è incandescente: l’Ucraina, nazione tra Russia ed Europa occidentale che sempre ha avuto e ha una sorte complicata. Strategicamente decisiva per il trasporto del gas dalla Russia in Occidente e fondamentale per le frontiere russe rispetto all’Occidente. Da Kiev, in piazza Maidan, nel 2014 ci fu un cambio di Governo che determinò il primato dei favorevoli all’Europa. Ciò venne contrastato con violenza da una parte della popolazione ucraina e dalla Federazione Russa: fu proclamata la secessione e fondata la Repubblica di Donetsk. Da Kiev, dal Governo centrale, si registrò un rifiuto deciso: si iniziò a combattere e la guerra continuò, coinvolgendo la Federazione Russa e la Nato pressoché direttamente.
Sara Reginella scrive che una parte del mondo vedeva la rivolta di Maidan come una rivoluzione democratica e i secessionisti di Donetsk come terroristi sostenuti dalla Federazione Russa, mentre una parte del mondo vedeva come reazionari i rivoltosi di Maidan e patrioti i secessionisti di Donetsk. È ancora così.
Il testo espone soprattutto come lo scontro di potenze può travolgere popoli che vorrebbero vivere in pace. Una guerra muta, casa per casa, coltelli, fucili, bombardamenti notturni, morti, miseria, sporcizia, fetore, fame. Una incertezza perenne e tanta distruzione. E la religione ortodossa, tuttavia divisa: ortodossi di Kiev, ortodossi di Mosca. Il libro è animato da tante figure: ideologi, povera gente. Davvero l’uomo fa di tutto per rovinarsi la vita prima di morire. E tuttavia quanta voglia di costruire c’è dopo e durante la distruzione. Non è facile strappare all’uomo la voglia di vivere. Reginella è partecipe e rende partecipi.
(*) Sara Reginella, “Donbass, la guerra fantasma nel cuore d’Europa”, Exòrma, 309 pagine
Aggiornato il 06 luglio 2021 alle ore 11:33