Europa “classica”: svegliati!

Per un certo periodo vivremo un effervescente stato di operosità e, come si dice, di ritorno alla normalità, addirittura una normalità eccedente con voglia di vivere energica: andare alla partita di calcio, ballare o andare al mare sembrerà una rianimazione solare. Tutto questo è appariscente, i veri fenomeni drammatici sono occultati o poco visibili: si tratta di una trasformazione radicale della nostra civiltà in ogni campo, l’ho scritto e lo ripeto, da quello sessuale al lavoro. Non resterà sembianza evanescente del passato, non che il futuro avverrà subito: occorreranno lunghi tempi ma la direzione è quella del cambiamento generale. Se un uomo vuole partorire gli sarà concesso artificiosamente, gli è dovuto dalla parità di genere.

Nell’alimentazione la sovversione si imporrà, si prefigura l’annientamento della civiltà umanistica, la recisione dal passato “classico” e soprattutto la catastrofe demografica e l’avvento di popolazioni esterne a noi, africane, specialmente. Un popolo che perde la sua popolazione sparisce, ci stiamo imbarcando in un futuro di negazione di noi stessi senza accorgimento, una passività che impressiona e angoscia chi se ne avvede.

Non concepisco una civiltà superiore a quella ancorata nel mondo “classico”. Fu e resta il mondo classico suscitatore della dignità dell’uomo mediante la cultura e l’arte. Se dovesse sparisse, sopravviverebbe l’uomo tecnico, le imprese gigantesche e perfino extra mondane: la conquista dei pianeti, la grandiosità. Tutte cose che però non vivono nello spirito dell’uomo, non sono conquiste dell’ampliamento umano interiore, ma traguardi dovuti agli strumenti.

Se dentro l’individuo non vi è l’eco della conquista, essa non risuona dentro l’uomo, non ha valore: è un inerte viaggiare che non amplia gli spazi mentali. Noi compiamo imprese da strabilio, ma non vi è accrescimento: sono opere oggettive. I viaggi spaziali non costituiranno un ideale ma un risultato fenomenale della tecnica, magari mentre sorpassiamo Venere il viaggiatore seguirà la partita di calcio terrestre. La tecnologia immane al servizio di una popolaglia stordita. Mezzi immani per fini pidocchiosi e gente abbassata.

Potremmo diffondere le mirabili opere liriche, le veementi opere teatrali: ciò non avviene se non in maniera ridotta Perché? Perché non vi è il culto dell’accrescimento interiore. Viviamo di realtà esterna, denaro e tecnica. Non vi è l’umanesimo, la civiltà “classica”, quando l’uomo valeva per quel che sapeva ed esprimeva: l’uomo come uomo, non per ciò che di esterno possedeva. Il semplice possesso, di beni o di mezzi, non era apprezzato nel mondo classico. Accrescere la conoscenza e l’arte: questo rendeva l’uomo un uomo.

L’Europa deve risvegliarsi, e attingere alla propria eternità. La Grecia, Roma, il Cattolicesimo di epoche colte, estetiche, benefiche. Selezionare non gente all’ammasso: una società che non esige l’auto-perfezionamento è spazzatura umana. E niente è maggiormente esemplare che l’uomo che attinge alla cultura classica. Volevano valere, non possedere o usare mezzi a scopi vacui. Arte, conoscenza, dignità: ai disgraziati che ignorano la civiltà classica suggerisco qualche verso di Orazio, qualche capitolo di Lucrezio, di Marco Anneo Lucano. Se poi occorre una pozione estrema, qualche frase di Aristotele: erano solenni nell’essere semplici, sacralizzavano naturalmente.

Posso dirlo: in ospedale, in condizioni afflitte, un conoscente mi consegna un libro, migliaia di pagine sulla civiltà latina dalle origini al V secolo dopo Cristo. È una civiltà che conosco abbastanza ma ho riletto Orazio, Albio Tibullo, Cesare. Voglio vivere e mantenere l’onore di poter leggere quella gente! Europa “classica”: svegliati!

Aggiornato il 15 giugno 2021 alle ore 12:38