Notti magiche, i favolosi anni Novanta

Realtà virtuale, il Maxibon, lo zaino dell’Invicta e una raffica di zapping. Ma anche Lady Diana, i rave e gli occhi spiritati di Totò Schillaci. C’è questo – e molto altro – in “Notti magiche. Atlante sentimentale degli anni Novanta” scritto da Errico Buonanno e Luca Mastrantonio. Un volo pindarico che ha, come prologo, la caduta del Muro di Berlino, giorno in cui era possibile cominciare a sognare un futuro. E quel 1989 che, per molti, ha segnato l’inizio dell’adolescenza.

“Negli anni Novanta siamo stati ragazzi. Ma, prima ancora, tra Ottanta e Novanta siamo stati bambini – raccontano gli autori – sarà forse un’impressione ma a volte viene un po’ il sospetto che non potesse capitarci un’epoca più bella di quella in cui trascorrere l’infanzia. Siamo invecchiati o le merendine e schifezze erano strepitose?”. Per chi oggi ha quarant’anni o poco più – nel dubbio amletico se si nasca incendiari e poi si muoia pompieri – ecco un vasto album dei ricordi che, in qualche modo, hanno tracciato una linea di demarcazione con Millennial e smartphone. Perché gli anni Novanta, volenti o nolenti, assomigliavano tanto a un “sensazionale luna park”.

Ecco quindi il Liquidator per i gavettoni improvvisati, i Giochi Preziosi, Bim Bum Bam, il Karaoke e il Canta Tu con cui “straziare mamma e papà”. Senza scordare “Gira la Moda” o le Polly Pocket, ma anche gli eterni Lego e il Crystal Ball il cui odore, inconfondibile come un giro di basso di Flea, impregnava la stanza. Divertimento in casa (in dispensa non potevano mancare i Soldini e i Frollini di Nonna Papera) e poi di corsa al bar, dove i gelati in rassegna andavano dal Piedone al Calippo Fizz.

In tv era l’ora di Beautiful, dove capivi che “l’amore e la famiglia erano cose molto strane. C’erano uomini che cambiavano faccia. C’era Thorne Forrester che un bel giorno tornava ed era un altro, diverso. Tutti lo chiamavano Thorne, ancora, ma era un altro. Passava qualche anno e ricambiava di nuovo. Ma va bene”. Dal tubo catodico rombava anche “Renegade” con Lorenzo Lamas mentre le soap opera di Rete Quattro accompagnavano i pomeriggi delle casalinghe.

Smemo, Jack Frusciante che è uscito dal gruppo, Ambra e le ragazze di “Non è la Rai”, Johnny Depp, Pamela Anderson e il dilemma “Oasis o Blur?”: tutto nel frullatore, in un mix a suon di Pearl Jam o di quella musica per gli alternativi “che si ritrovavano nei posti alternativi, per fare cose alternative”. Anni epici, con la felpa stretta ai fianchi, il marsupio stile benzinaio, gel per capelli, tute acetate, catenelle e ciucciotti “da collezione, che si legavano a un filo per fabbricare collanine”. 

Cronaca nera, bombe, Tangentopoli, la sinistra che lascia la falce, dimentica il martello e pianta un Ulivo. L’avvento di Silvio Berlusconi, la Democrazia Cristiana che esplode e dalla cui carcassa nascono partiti e partitini, un esercito di scudi crociati e simboli che mettevano confusione: “A ogni tornata elettorale, i nostri genitori, chiusi nel segreto della cabina, non ci capivano una mazza e votavano quello sbagliato. Poi uno dice le liste civetta”.

Tormentoni, pop mutante, la cornetta, l’144, Doom, Twin Peaks e “chi ha ucciso Laura Palmer?”, la pecora Dolly e il 56k: cartoline dal passato tra flebo di Smashing Pumpkins iniettate dentro una Ypsilon 10 con uno stereo che espandeva le declinazioni di Billy Corgan. Tutto trasudato tramite musicassette della Coop, il cui nastro – maledetto il giusto – lo riavvolgevi con la penna biro.

Questi erano gli anni Novanta (o una parte di essi). Giorni, minuti, secondi segnati anche da Trainspotting, “hiphoppettari” e il compare di Max Pezzali scomparso nel nulla, il walkman, la Guerra del Golfo, Mtv, Kurt Cobain, Basic Instinct, il caso Bobbitt e un taglio di troppo, “Pulp Fiction”, “Il Grande Lebowski”, “Fight Club” e “Assassini Nati”.

Un periodo stupendo, con la moda che è anche politica, tra una schiacciata di Michael Jordan, una giocata di Diego Armando Maradona e dove ogni scoperta è una conquista. Tipo un Vhs “hard” con protagonista Moana Pozzi, altra icona. Di soppiatto gustai un suo film in videocassetta. La pellicola portava la dicitura “Wembley 1986”: era stata registrata sopra lo storico concerto dei Queen. Guardai quelle immagini tutte di un fiato, Under Pressure, ma senza essere scoperto. E alla fine, beata gioventù, ho capito il senso di We are the champions.

Errico Buonanno e Luca Mastrantonio, “Notti magiche. Atlante sentimentale degli anni Novanta”, Utet

Aggiornato il 10 marzo 2021 alle ore 14:45