Cambiano i presidenti degli Stati Uniti, alcuni Paesi della Lega Araba stipulano accordi con lo Stato di Israele, sempre meno isolato.

Sono invece sempre più isolati i Palestinesi, i quali si sentono traditi e, agli annunci delle tregue, da Gaza lanciano razzi di rabbia nel vuoto.

Molte cose sono cambiate nella politica mediorientale dall’ultima guerra di Gaza, scoppiata nel luglio del 2014. Ma le storie della gente, di qua e di là dai muri, fanno scoprire universi sconosciuti, nonostante la breve distanza di questi territori dall’Europa.

Gian Stefano Spoto, il corrispondente Rai che visse la guerra di Gaza del 2014, racconta le nevicate eccezionali del ’14 e del ’15 in questo libro che riprende e aggiorna i temi di “Mediorientati”, uscito nel 2017.

Deserto bianco” (Graphofeel) racconta le paure e le reazioni, il progresso e le tradizioni inscalfibili, l’odio cieco e la grande solidarietà, gli estremismi e i difficili avvicinamenti in una regione in cui un miscuglio impressionante di razze e religioni rendono la convivenza difficile, ma necessaria.

Così la nevicata è un po’ metafora sociale di qualcosa che ha impatti diversi, anche opposti, a seconda di dove i fiocchi cadono.

Perché la storia può essere raccontata da studiosi, da narratori spesso di parte, raramente obiettivi. Ma possiamo anche ricostruirla noi, nella nostra mente, attraverso i racconti di quelli che l’hanno vissuta, attraverso gli intrecci delle loro vite. Leggendoli ci accorgiamo che le distanze sono talvolta inferiori a quanto tutti pensavamo.

“Deserto bianco” è sapori, odori, fumi di guerra all’orizzonte, ma anche genialità che scaturiscono a dispetto della tensione. È piccole cose che fanno la differenza, minuscole notizie che cambiano molte nostre convinzioni.

È bambini feriti a Gaza trasportati e salvati a Tel Aviv. È psicologi di qua e di là dai muri che svolgono la stessa missione verso chi è stato colpito da tragedie. Ma è anche sorrisi, ironia, spirito lontano che ci conquista. Racconta la vita in Medio Oriente ed è anche una sorta di piccola guida per chi, quando la pandemia sarà un ricordo, viaggerà verso quelle terre.

E soprattutto è vita pulsante, priva di astrazioni, raccontata da chi ha lavorato giorno e notte sfornando centinaia di servizi per aggiornarci su una situazione che ha angosciato il mondo.

Aggiornato il 16 febbraio 2021 alle ore 13:30