La notte dell’8 dicembre del 1980, esattamente quarant’anni fa, John Lennon veniva ucciso con cinque colpi di pistola (quattro alla schiena ed uno che perforò l’aorta) da un fan ossessionato, Mark David Chapman, che dopo aver messo fine alla vita dell’ex Beatles pronunciò in tono freddo e cinico le parole “I just shot John Lennon” (Ho appena ucciso John Lennon).

Quella notte Lennon si trovava in compagnia della moglie, Yoko Ono, e stavano rientrando nel loro appartamento all’interno del Dakota Building dopo una giornata fitta di impegni. Proprio quella mattina, nella loro casa, la celebre fotografa Annie Leibovitz aveva realizzato un servizio fotografico per la copertina della rivista “Rolling Stone”; tra i vari scatti emerge la celebre foto in cui Lennon completamente nudo in posizione fetale abbraccia e bacia la Ono, quest’ultima invece completamente vestita di nero.

Dopo l’ingresso della coppia, alle 22,50 circa, Chapman si avvicinò, tirò fuori una pistola calibro 38 e sparò i cinque colpi decisivi per Lennon che, sanguinante, raggiunse a fatica la guardiola della sicurezza e pronunciò la frase “I was shot” (Mi hanno sparato) prima di perdere i sensi. Fu prontamente portato al Roosevelt Hospital da una pattuglia della polizia dove, alle 23,15, fu dichiarato morto. John Lennon aveva compiuto quarant’anni solo due mesi prima, il 9 ottobre 1980.

Il suo assassino non scappò via ma rimase ad attendere l’arrivo della polizia sul luogo del delitto leggendo il romanzo “Il giovane Holden” (scritto nel 1951 da J. D. Salinger).

Chapman fu accusato di omicidio di secondo grado e dichiaratosi colpevole fu condannato ad un minimo di venti anni al massimo dell’ergastolo. Nel 2000, dopo aver scontato il minimo della pena, si è visto rifiutare la richiesta di scarcerazione sulla parola. Ed il 27 agosto 2020 per l’undicesima volta la commissione giudicante dello Stato di New York gli ha negato la libertà condizionata.

Quarant’anni dopo l’uccisione di John Lennon resta ancora un mistero, Chapman ha detto che da fervente cristiano voleva liberarsi del musicista che aveva sostenuto che Dio era solo un concetto ma, sempre secondo una sua testimonianza, voleva sbarazzarsi dell’uomo più famoso al mondo per liberarsi della sua depressione cosmica.

Sembra non esserci riuscito, o almeno non del tutto, dal momento che a quarant’anni dalla sua morte il mito di John Lennon continua ad ispirare generazioni e rimane una delle più potenti icone mai prodotte dalla cultura popolare, un uomo che grazie alla musica e al suo impegno per la pace ha cambiato il mondo. Quest’anno, a causa della pandemia, non sono previsti tributi a New York per commemorare il quarantesimo anniversario della scomparsa.

Aggiornato il 08 dicembre 2020 alle ore 14:20