Rete e fake news, “L’inganno felice” secondo Aldo Torchiaro

Manipolazione della realtà, suggestione, induzione all’errore percettivo sono diventate la norma: una nefasta prassi attuata da una intelligenza collettiva deviata, di cui siamo tutti parte. La Rete, ormai, è diventato un inganno. O, se vogliamo, “L’inganno felice”. Nel libro di Aldo Torchiaro – giornalista professionista, conduttore televisivo ed esperto di campagne di comunicazione internazionali, vincitore nel 2019 del premio giornalistico europeo “Mare Nostrum” – ha steso il suo ragionamento osservando l’ossessione maniacale dell’apparire in questa era di post-verità.

Secondo l’autore – che guida le media relations per l’agenzia Spencer and Lewis – la politica si sta servendo della nostra vulnerabilità digitale e sta utilizzando i nostri dati sensibili per modulare una indebita strategia del consenso. Il potere punta sulla propalazione delle fake news, sulla polarizzazione del comportamento degli utenti e sulle dinamiche di autoconvinzione, di immedesimazione, di infiammazione che interessano il dibattito sul web. Illusione e campagne di odio finalizzate alla deprecazione assoluta dell’avversario, dimostrano a quali estremi stia portando l’indigestione di informazioni in cui siamo immersi. In questo testo, Torchiaro analizza il funzionamento delle macchine del fango raccontando per la prima volta al pubblico i segreti delle grandi agenzie di marketing del consenso, a partire dal dietro le quinte di Cambridge Analytica e mettendo a nudo alcuni tra i più appassionanti e recenti casi di attualità, tra i quali quello di Bibbiano.

Una dedica alla figlia Eva, che ogni giorno insegna “cosa è il futuro” e poi ecco il viaggio tra ingannati e ingannatori, l’industria della bufala, come siamo arrivati a questo punto ma anche come liberare la Rete da questa situazione, tra deepfake e shitstorming. “Le fake news diventano fake truth – ricorda Torchiaro – verità fittizie che si sostituiscono a quelle autentiche in un gioco di ombre e di specchi. È un avvelenamento sottile, quello delle fake truth: le false verità sono quelle che non insospettiscono un lettore di media cultura. Sono fake truth tutte quelle assunzioni/presunzioni di sapere che si basano su verità non dette, su verità dette a metà, su giustapposizioni impaginative o su titoli reticenti e sottilmente fuorvianti”.

Un’opera interessante, con all’interno documenti e immagini esemplificative, alla ricerca del peccato originale ma senza dimenticare che esiste una via d’uscita. Ricordando che “la verità fattuale deve tornare protagonista e non rimanere più mera utopia”. Ma soprattutto, stampare in testa cosa significhi libertà e quanto questo principio sia fondamentale per la nostra esistenza. Senza dimenticare l’insegnamento di Indro Montanelli: “Il bugiardo più sincero è colui che per primo crede alle proprie menzogne. È questo che lo rende così pericoloso. Non ha nessun pudore”.

Aldo Torchiaro, “L’inganno felice. Manipolazione 2.0. Caduti nella Rete, come uscirne?”, Cooper

 

Aggiornato il 11 novembre 2020 alle ore 14:15