La giornalista Federica Rinaudo e il tempo. Si potrebbe scrivere un trattato su questo argomento. La Rinaudo, proprio come la Dea Kalì, ha 4 braccia, moltiplica il tempo e porta a compimento ogni progetto che inizia. Come fa? Una domanda che spesso si pongono tutti quelli che la conoscono. Un’energia positiva e contagiosa che coinvolge la folla di amici e assistiti fedeli nel tempo.

Lei, la Rinaudo, è l’ufficio stampa per eccellenza. Numerosi i nomi dello spettacolo, dei teatri, delle aziende che si affidano al suo operato e alla sua creatività. Ha, con gli artisti in modo particolare, un rapporto molto coinvolgente, forse perché anche lei viene da un passato da artista: conduttrice, speaker radiofonica e, non ultima, da cantante. Passione questa che non ha abbandonato, anzi, nonostante i suoi molteplici impegni, trova anche il tempo per una cantata in compagnia di musicisti e artisti di ogni genere, sfoggiando sempre qualche mise colorata in originali abbinamenti cromatici. Magari alle 3 di notte, mentre pensa a come promuovere uno spettacolo in un centro commerciale o tra i vicoli della capitale con comparse in costume settecentesco. Gattara per eccellenza, ma senza trascurare gli altri animali, ha creato il Pet Carpet Film Festival, giunto alla sua terza edizione: una rassegna cinematografica internazionale dedicata al mondo animale, con lo scopo di sensibilizzare, educare, informare e fare anche tanta solidarietà. Per tutti gli animali, soprattutto per i meno fortunati. Ha fatto da padrona di casa, affiancata da Enzo Salvi, nella sala Fellini a Cinecittà in occasione della proiezione dei corti passati in finale, tra misure anti-Covid e numerosi ospiti.

Legatissima ai genitori, Federica prende questo nome per un desiderio preciso della mamma che, non volendo restare legata ai nomi di famiglia, elesse la giornalista come l’unica principessa di casa. Non ha fratelli naturali ma un legame molto stretto con la cognata e le amiche di sempre. Da piccola sognava di fare la giornalista o la cantante: è riuscita benissimo in entrambi i campi, anche se ha privilegiato il primo. Infatti, oltre ad essere molto abile nelle pubbliche relazioni e nelle strategie di marketing, i suoi articoli compaiono spesso su importanti testate nazionali. Dice che vorrebbe rallentare un po’, seguendo le linee della filosofia Zen, ma poi si trova sempre travolta da un sano entusiasmo e pronta a gettarsi sul traguardo. Forte dell’amore dei suoi animali: due gatti (Amore e Sissi), “senza i quali la vita non sarebbe la stessa”. Ha avuto anche cani e tartarughe, ma i felini li ha nel cuore. Nella sua famiglia speciale, che fino allo scorso anno ospitava anche un meraviglioso gatto rosso (purtroppo volato sul ponte), l’attenzione nei confronti degli amici a quattro zampe è decisamente elevata. La catturo (proprio come una gatta nel sacco) per qualche minuto mentre è alle prese con “Siamo tutte Frida” di e con Rosanna Fedele all’Arciliuto e con Arturo Brachetti al teatro Basilica. Forse sono le due, o le tre. So solo che è notte fonda:

Solitamente organizzi interviste per i tuoi assistiti, oggi sei tu la protagonista. Come ti senti in questo ruolo insolito?

Mi sento bene, perché fare del bene procura energia positiva. In realtà poi non è un ruolo insolito. Ho lavorato per tanti anni in tv e radio, condotto telegiornali e programmi televisivi e radiofonici, quindi non mi imbarazza stare davanti ai riflettori. Anche se ultimamente ho scelto di lavorare molto dietro le quinte.

Quanto è cambiato il tuo lavoro con l’avvento del Covid?

Non ho mai smesso di lavorare neppure durante la Pandemia, poiché c’era necessità di elaborare strategie che potessero “proteggere” le aziende e garantire loro un minimo di operatività. Ma è stata dura, ancora lo è, soprattutto per alcune categorie più colpite, come il turismo e lo spettacolo. Auspico che possano esserci sviluppi in positivo per tutti. Immagino le famiglie distrutte dal dolore per la perdita dei propri cari, ma anche quelle che non riescono a sopravvivere per le sopraggiunte difficoltà economiche causate dalle limitazioni del Covid.

Per amore degli amici a quattro zampe hai creato il Pet Carpet Film Festival, come è nata l’idea?

Quando cominci ad “invecchiare” il cervello inizia a produrre più saggezza. Così prima dei miei 40 anni mi sono detta che potevo fare qualcosa di più per gli animali meno fortunati dei miei (attualmente ho due gatti e il terzo è volato purtroppo in cielo lo scorso anno, con mio profondo dolore). Così ad ogni compleanno ho studiato un’iniziativa per riunire gli amici e chiedere loro di trasformare il mio regalo in un dono per gli animali: cibo, accessori, farmaci. E’ stato un successo. Abbiamo aiutato tanti cani e gatti. Poi tre anni fa ho pensato che non solo gli amici a 4 zampe potevano aver bisogno di aiuto e così è nato il Pet Carpet Film Festival, un valido strumento di sensibilizzazione verso le tematiche più importanti ed un evento solidale, grazie al quale raccogliamo tanti chili di cibo da donare a realtà che monitoriamo durante l’anno.

Hai un rapporto molto stretto con i tuoi genitori, quanto conta per te la famiglia?

E’ il sostegno principale. Senza i miei familiari, che sono i miei primi fan, non avrei tutta questa energia. Mi spronano a fare di più e meglio.

A proposito di sostegni: il tuo compagno ha il nome del santo protettore degli innamorati e, da quello che si intravede dai social e non solo, è un uomo molto romantico e presente. Come e dove l’hai conosciuto?

La nostra è una storia speciale. Lui è venuto ad abitare nel condominio dove risiedo. All’inizio non correva buon sangue, poi siamo diventati amici e giorno dopo giorno è nata una storia bellissima resa ancor più speciale dalle affinità, la complicità, l’amicizia. Un mix di elementi che si uniscono ai sentimenti. E quando questo accade non puoi che sperare duri per sempre. Noi trascorriamo tanto tempo insieme, anche perché (come per il Pet) siamo indivisibili anche in ambito professionale. 

Con alcuni dei tuoi artisti ci sei anche amica, non diventa difficile la gestione del personaggio pubblico quando c’è troppa confidenza?

No, assolutamente. Si crea un rapporto più prezioso che, se sincero, si costruisce giorno dopo giorno alimentandosi di fiducia. E alla fine diventi una famiglia allargata e ti ritrovi a festeggiare insieme compleanni e festività. In alcuni casi come se li conoscessi da sempre. Questo non vale per tutti. Molto dipende anche dai fattori caratteriali delle singole persone.

Perché un artista dovrebbe scegliere te come ufficio stampa?

Semplicemente perché insieme facciamo squadra e i risultati arrivano solo se sei un po’ l’uno il fan dell’altro...

Quali i requisiti per diventare un buon ufficio stampa?

Pazienza senza limiti, professionalità in ogni circostanza, dedizione al lavoro senza guardare sempre l’orologio, una mente creativa e tanto studio. Nel mio caso mi occupo, infatti, non solo di curare la comunicazione, ma di studiare strategie di marketing e confezionare gli eventi partendo dal progetto iniziale. 

Come si declina “ufficio stampa” al femminile?

Non occorre... una donna fa sempre la differenza. Il suo cervello è multitasking.

Quanto è cambiato il mondo dello spettacolo negli ultimi dieci anni?

Tanto, tantissimo, troppo. E il recente dramma del Covid sta creando sempre più criticità in un settore già fortemente colpito.

Che consiglio daresti a una persona che volesse intraprendere la tua professione?

I giovani di oggi appartengono ad una generazione che, grazie alla tecnologia, ti offre sul piatto d’argento soluzioni a portata di “clic”. Il lavoro vero è altro. Rubare con gli occhi, resta il segreto di sempre. Credere in un sogno e nella voglia di portarlo avanti è l’altro asso nella manica di chiunque. In questo mestiere, senza orari, senza troppe pause, ci vogliono tanta tanta passione e notevoli capacità relazionali.

I social, la tecnologia, appunto, hanno agevolato o ostacolato il tuo lavoro?

Per alcuni aspetti agevolato il modo di arrivare tempestivamente al pubblico con le notizie che desideri diffondere, ma per altri hanno creato tante solitudini. Io appartengo ad una generazione che girava con il “TuttoCittà” negli spostamenti. Facevo la corrispondente per alcuni comuni della provincia di Roma e mi perdevo, ma riuscivo a parlare con la gente anche nel chiedere informazioni. C’era un mondo più reale, umano, colorato. E dato che io sono una che non demorde ancora tento di applicare il passato al presente, in modo di percorrere la mia vita “a misura di Federica”.

www.federicarinaudo.it

www.petcarpetfestival.it

(*) Foto con Enzo Salvi al Pet Carpet Film Festival 2020 di Adriano Di Benedetto

Aggiornato il 02 ottobre 2020 alle ore 11:18