Marianna Mercurio, la solarità fatta persona

La visione di Marianna Mercurio è travolgente. Bella, solare, con la curva del sorriso che ricorda la spiaggetta di Mergellina e i capelli bizzarri quasi a fare da scogliera. La fotografia di Napoli traboccante di ottimismo e di parola.  Decisa e senza molti fronzoli bada al sodo, grazie anche alla sua numerosissima famiglia, capeggiata dal papà che di professione faceva il carrettiere e poi il camionista, e dalla mamma Maria, prima sarta e poi bidella. Scomparsi entrambi, non l’hanno lasciata sola ma circondata da affetti solidi e ben radicati. Ha un’adorazione per zi’ Tonino, cugino della mamma e per zia Anna. Presenti in tutti i momenti decisivi e fondamentali della sua esistenza. La decisione di chiamarla Marianna è stata dettata da un errore del papà, riparato da due delle 4 sorelle: due mamme “putative”.

Nata a via Marina a Napoli e cresciuta a Marano. Ha avuto la folgorazione per il Teatro in giovanissima età. Tra stage ed esperienze sul campo, ha lavorato con alcuni dei più grandi nomi del teatro napoletano. Coccolata da Luigi De Flippo, forgiata da Claudio Mattone. Sta per debuttare in due atti unici di Raffaele Viviani con la regia di Nello Mascia mentre al cinema sarà una Scarpetta. In Sicilia è stata Filomena Marturano e nella vita è la nuora del re della sceneggiata.

Cantante e attrice si divide tra i ruoli con la padronanza di chi sa che un posto per lei nel mondo teatrale (e non solo) c’è.  Ci rincorriamo un po’ ma alla fine, verso le due di notte proviamo a scambiarci qualche battuta:

Passi con disinvoltura dal teatro al cinema, dalla fiction alle serie tv, dal musical alla sceneggiata: dove ti senti più a tuo agio?

In verità mi piace l’arte in genere. Sicuramente il teatro mi dà una risposta immediata e un contatto diretto del e col pubblico, ma anche il fascino della macchina da presa e del set mi fanno impazzire. Nasco sulle tavole del palcoscenico, e di quelle non potrò fare a meno: mai.

Sei stata una delle protagoniste del musical C’era una volta scugnizzi in cui cantavi le meravigliose canzoni di Claudio Mattone, alcuni brani già presenti nel film Scugnizzi per la regia di Nanni Loy: cosa ti ha lasciato quell’esperienza?

Tantissimo! Mi ha insegnato innanzitutto la disciplina del teatro, soprattutto il rispetto dei ruoli. A quei livelli non accade mai che il coreografo possa intervenire sull’operato dello scenografo o dell’arrangiatore. Ci sono i ruoli ben definiti e così si muovono le grandi squadre. Amo lavorare in questo modo. O meglio, amo lavorare solo così. Mi piacciono le competenze, non sopporto le approssimazioni: a ogni arte il suo mestiere ‘e nun se piglia collera nisciun’, diremmo a Napoli (sorride).

Luigi De Filippo ti ha affidato il delicato compito di inaugurare il Teatro Parioli all’epoca della sua gestione, che cosa ha rappresentato per te quel momento e che rapporto avevi con lui?

Luigi De Filippo mi ha dato tantissimo ed io lo ringrazierò a vita per tutti gli insegnamenti che mi ha lasciato. Uno stile di vita, quello del teatro “defilippiano” che solo chi è di quella famiglia, secondo me, ti può trasmettere. Per 5 anni ho lavorato ininterrottamente con lui e, oltre ai testi in cui mi ha affidato bellissimi ruoli, mi assegnava ogni settimana, in maniera molto paterna, un testo dei classici da leggere: da Molière a Cechov, da Pirandello a Goldoni e dopo mi interrogava. Lo faceva per me, per farmi arricchire il bagaglio artistico, ed io non smetterò mai di ringraziarlo. Tanto che mi iscrissi al Dams e prendevo sempre 30 e lode. Come non amarlo e non portarlo sempre nel mio cuore?

Quanto conta l’amore per Marianna?

Tantissimo, è il sale della vita. Una vita senza amore è una vita cupa. Parlo dell’amore vero, quelli finti o troppo costruiti non fanno per me. Io sono naturalmente viscerale, sono per l’amore istintivo. Del resto l’amore è irrazionale: altrimenti che amore è?

Hai una bellissima storia d’amore, appunto, con il cantante Francesco Merola, figlio del re della sceneggiata. A mezzo stampa ti ha fatto una bellissima dichiarazione d’amore: come vi siete incontrati e se è vero che state per sposarvi?

Dovremmo (Covid permettendo) per l’inizio dell’anno prossimo. Francesco è un uomo speciale, mi ha rubato il cuore con la sua semplicità, oltre che con la sua bellezza, ovviamente. E’ bello fuori ed è bello d’animo. Sono stata fortunata ad incontrarlo.

Come ti vedi tra dieci anni?

 Beh, non saprei rispondere. Non amo programmare col pensiero, mi spaventa.  Dico che se Dio vuole, vorrei stare bene in salute assieme a tutti quelli che amo. Tutto il resto è dono della vita, oltre a quest’ultimo ovviamente senza il quale si può fare bene poco.

Se non avessi fatto l’attrice cosa avresti fatto?

Volevo fare l’avvocato penalista. Però mi sarebbe piaciuto pure la psicologa o la stilista…

Sei ultima di dieci figli, com’è vivere in una famiglia così numerosa?

E’ un’esperienza che ti fortifica e che mi ha aiutato tantissimo anche nella vita artistica.  Le compagnie teatrali sono formate da tanti caratteri diversi ed io mi ci sono inserita sempre con disinvoltura, proprio perché vengo dalla “massa”. Lo spirito di adattamento sempre e comunque.

I tuoi progetti futuri?

A breve inizio le riprese di un film per la regia di Sergio Rubini, stiamo già leggendo il copione: sarò Amelia Scarpetta. Una gioia immensa per me essere in questo progetto. E’ un film sulla storia dei De Filippo, con un cast eccezionale: sono felicissima e onorata.

Dal 26 settembre invece debutto a teatro con un progetto su Viviani: due atti unici con la regia di Nello Mascia. La particolarità di questi due spettacoli è la messa in scena: si riporta l’autore nei luoghi che sono stati fonti d’ispirazione: Porta Capuana sarà inscenata a Porta Capuana, appunto e il testo Miez a’ ferrovia a Piazza Garibaldi. Nel primo sarò ‘a sie’ Stella,  una bella cantenera, nel secondo avrò il ruolo di Nannina che fu di Marina Pagano e di tante altre grandi del teatro.  Un’importante sfida per me ed una grande emozione ogni volta che siamo in prova.

Come gestisci i tuoi ricci?

Bella domanda (sorride di gusto)! Li asciugo naturalmente, ma ho i miei segreti…

Aggiornato il 11 settembre 2020 alle ore 11:09