La scomparsa di Giulio Giorello, il filosofo pop

Ieri è scomparso Giulio Giorello, il filosofo pop. Il 75enne allievo di Ludovico Geymonat era stato ricoverato per il Coronavirus. L’insigne studioso di filosofia della scienza, tra i maggiori epistemologi degli ultimi decenni, che si era dedicato con particolare attenzione all’indagine delle relazioni tra scienza, etica e politica. È stato proprio il successore di Geymonat nella cattedra di filosofia della scienza all’Università Statale di Milano e con il suo maestro aveva firmato il volume Le ragioni della scienza (Laterza, 1986). Giorello era riuscito a superare l’infezione da Covid-19 dopo un ricovero nel Policlinico milanese durato quasi due mesi, da cui era stato dimesso una decina di giorni. Negli ultimi giorni però la sua situazione era peggiorata. E tre giorni fa si era sposato con la sua compagna Roberta Pelachin. Giorello è stato presidente della Società italiana di logica e filosofia della scienza e ha diretto la collana Scienza e idee di Raffaello Cortina editore e ha collaborato, come elzevirista, alle pagine culturali del quotidiano milanese Corriere della Sera. Ha vinto la IV edizione del Premio nazionale Frascati filosofia 2012.

L’intellettuale milanese era da sempre innamorato di Mickey Mouse. Sì, il topo ideato da Walt Disney: Topolino, per intenderci. Nel libro La filosofia di Topolino (Guanda, 2013, scritto con Ilaria Cozzaglio), affermava che “il Novecento ha avuto il suo filosofo più provocatorio in un Topo che, per spregiudicatezza nell’attraversare i confini delle discipline e mettere in discussione la costellazione dei pregiudizi stabiliti, non ha nulla da invidiare a Russell, Popper o Heidegger”. Senza timore di smentite, Giorello sosteneva che “Mickey Mouse ha vissuto le più bizzarre avventure e affrontato quesiti come la terribile libertà del ‘quarto potere’, gli ambigui prodigi della scienza asservita alla guerra, l’impossibilità della giustizia e la difficoltà di trattare con le culture ‘altre’, per non dire delle sfumate regioni del mito o dell’aldilà”.

Per il filosofo lombardo, l’idea di un Topolino reazionario è assolutamente falsa. “Altro che Topolino tutto legge e ordine, collaboratore della polizia! È invece – scriveva Giorello – un ribelle capace di battersi contro ogni forma di prevaricazione, anche se l’esito non è sempre la vittoria. Quello che Walt Disney e i suoi collaboratori ci consegnano alla fine di ogni episodio è un Topo sempre più dubbioso sulla natura dell’universo e il complesso mondo di ‘uomini e topi’. Ma proprio per questo continua ad affascinare, perché la ricerca, come l’avventura, non ha fine”.

Con Tito Faraci nel luglio del 2014 Giorello ha scritto una storia per il settimanale Topolino, dedicato agli ottant’anni di Paperino: si intitola La filosofia di Paperino, dove il papero va a un congresso di filosofi. Se il Topolino “libertario e anarchico” era il suo preferito, Giorello ha sempre spaziato, nei suoi studi, in svariate discipline, mosso da una grande curiosità. Nel corso degli anni si è occupato parecchio anche del mondo dei fumetti, da Tex Willer (a cui ha dedicato il libro La filosofia di Tex Willer, Mimesis, 1999) a Dylan Dog, fino a Ratman, firmando la prefazione a Ratman. Superstorie di un supernessuno di Leo Ortolani (Rizzoli, 2006).

“Giulio Giorello è stato complice di mille imprese, uomo divertito dalla vita, libero da chiese, con il culto della libertà che tentava di infondere in chi gli stava vicino è nei suoi lettori. Perderlo così, nel mezzo di tanti progetti, è molto doloroso. Ciao Giulio, grazie”. Così Elisabetta Sgarbi, editrice di La nave di Teseo, su Twitter ha ricordato il filosofo.

Aggiornato il 16 giugno 2020 alle ore 15:56