Al quattordicesimo secondo di ripresa del video “Ho amato tuttoTosca deglutisce, sembra che le si fermi il respiro. Sì, emozionata, si sta preparando. Si prepara come quando, da bambini, io e i miei quattro fratelli ci sistemavamo sulle sedie o per terra o in fondo al letto dei nostri genitori da dove vedevamo la tv e, per essere più ordinati, ci aggiustavamo i capelli, le gonne e i pantaloni, tiravamo su i calzettoni scesi alle caviglie e tutto questo come un segno di educazione verso le “signorine buonasera” che aspettavamo emozionati per sapere cosa trasmettevano. Allora, con gli odori della primavera ancora lontana, la scorza di mandarino emanava un profumo indimenticabile: un profumo di malinconica speranza.

In un’atmosfera affine, parte così dal Teatro Sala Umberto di Roma il video diretto da Ferzan Özpetek ispirato al quadro di Edward Hopper del 1939 New York Movie”: una donna che nel vuoto di un teatro, nel proscenio da sola, sembra aspettarsi qualcosa di immenso, profondo, emozionante. Uno spettacolo per il quale si è speso giorni e notti di prove e ora il debutto. Una recita anche per se stessa. La recita della vita, per esempio.

L’apertura del video a sipario chiuso, tra le tante cose, mi ha fatto pensare, volendolo vedere sotto un’altra luce, a “Scusate il ritardo” di Massimo Troisi, titolo del primo lavoro di Özpetek come aiuto regista. Un cinema-teatro vuoto che può stare a significare “stasera poca gente”, oppure “sono arrivata in ritardo e vi chiedo scusa?” Per esorcizzare il periodo, voglio immaginare la seconda ipotesi: lo spettatore arriva in ritardo e chiede scusa… la fantasia è preziosa proprio perché può viaggiare in lungo e in largo senza creare problemi oggettivi a nessuno. Proprio come un quadro dove ognuno trova un suo significato. Allora bisogna ammettere che al di là della bellissima e struggente poesia in musica scritta da Pietro Cantarelli (autore, compositore produttore e vincitore del David di Donatello con il brano “L’Amore Trasparente”), Özpetek è proprio un mago. Il regista turco ha disegnato esattamente questo momento, solo che lo ha fatto in tempi non sospetti, quando non eravamo ancora in piena pandemia. In questi giorni il teatro è completamente vuoto e molti artisti si esibiscono senza pubblico presente in sala per poi trasmettere via web gli spettacoli (o le lezioni di teatro).

L’alienazione forzata, la solitudine, la malinconia, il silenzio ma anche la speranza. C’è tutto, perché chi ama tutto prende il meglio da ogni piega, da ogni raggio di sole, da ogni nuvola. Özpetek ha evocato dal vuoto umano il pieno dell’anima. Tosca viene liofilizzata con i pochi orpelli che normalmente possiede, senza toccarne l’essenza. Le inconfondibili inquadrature ozpetkiane fanno il resto. I drappi rosso bordeaux e le poltrone di velluto della platea diventano protagoniste a loro volta. Anche il filo del microfono ha un’anima, come a testimoniare che Tosca non sta scherzando. Tosca canta sul serio. E questo ho avuto modo di dire più volte, anche prima di “Morabeza”, il lavoro discografico che racchiude un bellissimo viaggio-tour, giunto alla sua seconda edizione proprio per includere il pezzo da lei portato a Sanremo. Tosca e Ferzan, amici da tempo. Le cose però accadono quando devono accadere. Questo brano e questo video in questo preciso istante sono la delicata discrezione che ci voleva ora, adesso. In un altro momento sarebbe stato altra cosa, ma ora, a noi tutti fa bene questo camminare scalzi sul velluto rasato.

E noi, tutti noi, proprio come recita la canzone dobbiamo saper “cantare, suonare, reagire” a questa condizione. Per rinascere nuovamente.

(*) Foto di Romolo Eucalitto

Link video: http://bit.ly/HoAmatoTuttoVevo

Aggiornato il 20 marzo 2020 alle ore 14:59