Il tempo è breve seppur lento

Tanto il tempo lo dobbiamo pur far passare e allora proviamo a trascorrerlo non sprecandolo, magari leggendo qualcosa di buono, di nuovo o che comunque non abbiamo ancora avuto modo di apprezzare, o in ultimo ma non di minore importanza, di rileggere opere che oggi potrebbero avere un nuovo messaggio da consegnarci dopo tanto tempo.

Allora mi permetterò di segnalarvi, in maniera dal tutto arbitraria e soggettiva, alcuni libri recenti che meriterebbero la vostra attenzione e altri, forse meno nuovi ma a mio immodestissimo avviso, pregevoli e degni di non mancare nelle vostre librerie personali.

Comincio con i romanzi degli amici Luigi De Pascalis e Michele Serio.

Il primo ha appena dato alle stampe per i tipi di Newton Compton, un nuovo thriller che va ad aggiungersi alla sua fortunata serie di romanzi aventi come protagonisti, noti artisti del passato. Quest’ultimo riguarda il grande pittore settecentesco Francisco Goya, immerso in un’avventura tenebrosa, dal grande rigore di un affresco storicamente ineccepibile: Il pittore maledetto.

Al suo fianco, ecco la nuova avventura partenopea, surreale, ironica e a volte picaresca di Michele Serio, edito in queste ore da CentoAutori e che ha per titolo E tu di che congiuntivo sei?

Traslando di campo, mi piace ricordare la nuova edizione de Le stelle danzanti, di Gabriele Marconi, edito da Castelvecchi, un romanzo ambientato durante l’impresa dannunziana di Fiume e Rapsodie di passaggio, di Stefano Eugenio Bona, per Edit@, oppure ancora, per coloro che volessero affrontare il tema dell’alternativa a questa realtà, l’ucronica trilogia di Occidente di Mario Farneti o l’eccellente Il Principe, il romanzo di Cesare Borgia pubblicato dall’editore Nord di Giulio Leoni.

Concludo queste scelte con il recentissimo romanzo di Franco Cardini e di Marina Montesano sulla misteriosa figura di Gilles de Rais e su quella ancora da decifrare di Giovanna d’Arco, dal titolo L’uomo dalla barba blu, edito da Giunti.

Passando poi ai longseller, mi permetto d’invitarvi a cercare una buona traduzione de Il serpente Uroboros di Eric Rücker Eddison, o anche de La Spada Spezzata, di Poul Anderson e concludendo per il Fantasy di alto, altissimo livello con La figlia del Re degli Elfi di Lord Dunsany.

Per la saggistica recente suggerirei, di Sergio Bellucci, L’industria dei sensi, per Harpo editore e John Ruskin e la musica attraverso l’arte figurativa, curato da Eduardo Ciampi e Alessandro Di Adamo per Ciampi Editore Roma.

Non si adontino coloro che potrei aver involontariamente obliato in questo rapido e indubbiamente manchevole elenco, vorrà dire che saranno posti in giusta luce la prossima volta, magari senza necessità di una quarantena come questa che dobbiamo vivere.

Aggiornato il 18 marzo 2020 alle ore 12:45