Ligabue: 60 anni rock, ma il tour europeo è rinviato al 2021

Compleanno amaro per Luciano Ligabue. Il rocker compie oggi sessant’anni ma è costretto a rimandare il tour europeo per l’emergenza Coronavirus. Le date dei live di Europe 2020 vengono rinviate di un anno, con i nuovi appuntamenti fissati a maggio 2021. E chissà se il prossimo 12 settembre, a Campovolo, ormai un luogo dell’anima per lui e i fan, il musicista potrà festeggiare i trent’anni anni di carriera. Un fatto è certo: il concerto è da tempo sold out.

Metà della vita del “Liga” è stata dedicata alla musica. Già. Luciano da Correggio è arrivato tardi alla decisione di dedicarsi al rock’n’roll, dopo aver fatto il calciatore nelle serie minori (è un appassionato tifoso interista), vari mestieri, compreso il ragioniere che probabilmente è l’attività che gli ha fatto capire che il suo posto nel mondo era sul palco. La biografia personale del cantante segnala due incontri speciali: quello con lo scrittore Pier Vittorio Tondelli, anch’egli di Correggio, con i suoi libri che meglio di ogni altro autore italiano hanno raccontato la società e la generazione degli anni Ottanta utilizzando il rock come chiave di lettura; e quello con il cantautore Pierangelo Bertoli, originario di Sassuolo, e che dopo aver ricevuto una telefonata dall’allora aspirante musicista lo aiutò a trovare un manager e i contatti per iniziare la carriera.

Ligabue è oggi uno dei più celebri figli di quella via Emilia che costituisce l’asse portante della musica italiana e che sta al nostro Paese come la via del Mississippi all’America. Ma il rocker è anche un figlio della provincia, intesa nel senso più alto del termine, di quei luoghi distanti dalle mille luci della città da cui provengono molte delle migliori menti italiane. Da Correggio non si è mai allontanato, è lì, in un ambiente che lo protegge, che ci sono i suoi amici di sempre, è lì che costruisce il suo universo creativo, è lì che nasce il suo modo di raccontare. La carriera da star che rifugge gli atteggiamenti da divo se l’è costruita pezzo dopo pezzo, dai piccoli club e i festival dell’Unità fino agli stadi e alle tournée internazionali, stabilendo un legame con i suoi fan che rappresenta qualcosa di speciale nel rapporto tra pubblico e artista. Con i suoi primi due album, Ligabue e Lambrusco, coltelli, rose e pop corn si è guadagnato la stima e le copertine delle riviste rock.

Quello di Ligabue è stato, sin dall’inizio del percorso musicale, uno stile molto definito: una miscellanea di rock con un’evidente vocazione melodica. Sono dodici gli album in studio, compresi i bestseller Buon Compleanno Elvis e Miss Mondo, cinque live e tre film da regista: Radiofreccia (1998), Da zero a dieci (2002) e Made in Italy (2018). L’esordio sul grande schermo è stato folgorante, salutato positivamente dalla critica cinematografica. Un successo per niente scontato che gli frutta un David di Donatello per il miglior regista esordiente. Il 28 maggio 2004 l’Università di Teramo gli conferisce la Laurea honoris causa in Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo. Sono numerose le collaborazioni di prestigio di Ligabue, compreso il duetto con Luciano Pavarotti in Certe notti. E poi, inevitabilmente, qualche momento difficile.

 

Aggiornato il 13 marzo 2020 alle ore 19:05