Professione videomaker: intervista a Mattia Di Tella

L’edizione 2020 del Festival di Sanremo, terminata da poche settimane, ha offerto al pubblico una panoramica completa sullo stato dell’arte della musica italiana contemporanea portando sul palco cantanti provenienti da mondi musicali molto diversi. Mondi che possiamo conoscere meglio attraverso video musicali proposti da canali tv dedicati e dal web. Vi siete mai chiesti quanto e quale lavoro si nasconde dietro la produzione di un videoclip?

All’ombra di questi progetti di successo si cela una delle figure meno conosciute ma più importanti: il videomaker. Per saperne di più abbiamo intervistato Mattia Di Tella, romano classe 1996, che ha già all’attivo diverse collaborazioni con alcune major tra cui Universal Music Group e Sony Music Italy. Di Tella ha collaborato alla realizzazione di più di 600 video musicali e si occupa di promuovere l’immagine di artisti emergenti e affermati.

Quando e come ti sei avvicinato al mondo della produzione video?

Ho iniziato prestissimo, precisamente nel 2013, grazie ad un progetto scolastico contro l’omofobia che aveva come obiettivo la sensibilizzazione sul tema attraverso un videoclip musicale realizzato da noi alunni. Questa esperienza mi ha incuriosito e mi ha stimolato ad imparare e a migliorarmi.

Come nasce un progetto per un video musicale? Ci sono aspetti di cui ti occupi personalmente?

Le fasi per la creazione di un videoclip sono molte e tutte necessitano di una cura e un dettaglio maniacale, soprattutto per come piace lavorare a me. Solitamente si scrive l’idea basandosi molto sul mood e sulle emozioni che il brano trasmette per poi passare all’aspetto pratico. Io, ad esempio, ho iniziato convinto di poter fare tutto da solo, dalla pre-produzione alla color correction, e per un po’ sono anche riuscito a portare a casa dei buoni risultati ma crescendo e lavorando ho imparato che è bello anche stare in squadra e confrontare le idee e le esperienze.

Qual è la parte del tuo lavoro che trovi più divertente e quale la più impegnativa?

Senza dubbio la più divertente è fare le riprese, diverse volte mi sono trovato in situazioni poco comuni: macchine che prendono fuoco, moto che sfrecciano a tutta velocità su una ruota e finte rapine. Diciamo che è l’unico momento dove puoi realizzare tutti i desideri di quando eri bambino. La più impegnativa credo sia proprio quella organizzativa, non è facile trovare qualcuno che è disposto a fare evoluzioni con una moto al freddo e alle 4 di notte… (Rif. al video Ragazza di periferia RMX - Anna Tatangelo)

Quali sono stati i tuoi modelli di riferimento? Gli artisti a cui ti sei ispirato?

Negli anni ho preso spunto da tutto quello che mi circondava, inizialmente cercavo di emulare quello che vedevo fare a registi affermati ma poi ho capito che preferivo sperimentare e creare un mio stile. Senza dubbio Romain Gavras ha lasciato un ideale forte e differente in me per la concezione di videoclip musicali, i suoi lavori sono come dei cortometraggi ma non hanno bisogno di parole per esprimersi.

Avendo all’attivo più di 600 video musicali avrai girato in molti luoghi diversi, c’è un luogo che ti ha colpito particolarmente, che ha stimolato la tua creatività?

Sono rimasto incantato dalla Puglia, un posto molto simile al Grand Canyon dove trovi strapiombi e formazioni rocciose molto particolari. Ho girato lì il videoclip di “Mamacita” di Achille Lauro insieme a Cecilia Rodriguez.

Nell’edizione 2019 del Festival di Sanremo eri presente con il team di Achille Lauro e nell’edizione 2020 con il team di Rancore, qual è stato il tuo ruolo in queste occasioni? E cosa ti hanno lasciato queste esperienze?

Sono state due esperienze uniche e bellissime! Con Achille Lauro abbiamo documentato tutto quello che succedeva, oltre la creazione dei contenuti social ne sono uscite anche belle immagini che spero presto diano vita ad un documentario. Con Rancore invece ci siamo concentrati solamente sulla comunicazione social, ho creato contenuti ad hoc ed ho raccontato ogni momento saliente del Festival con degli scatti. Sono stato molto contento di prendere parte al suo team perché ne è nato un bel rapporto lavorativo. Ad oggi continua la nostra collaborazione.

Di tutti i progetti su cui hai lavorato ce n’è uno a cui sei maggiormente legato e per quale motivo?

Sto lavorando da qualche mese con una giovane cantautrice, non solo come regista ma anche come direttore creativo del suo progetto, questo mi permette di esprimere la mia creatività a 360 gradi e quindi ci tengo particolarmente.

Dal 2016 ad oggi - anno per anno - hai raccolto le immagini più belle dei tuoi lavori in uno showreel, com’è nata l’idea di realizzarne uno?

Credo sia stata più una necessità, sentivo il bisogno di racchiudere in un unico video le immagini per me più significative, volevo avere un bel biglietto da visita.

MATTIA DI TELLA - SHOWREEL 2019 (Prod. BOSS DOMS) from Mattia Di Tella on Vimeo.

Progetti per il futuro?

I progetti per il futuro sono davvero molti, non pongo nessun freno alla mia creatività e sto scrivendo il mio primo cortometraggio. Parallelamente, in questi mesi ho scoperto una grande passione anche per il management e la direzione creativa di progetti musicali; all’attivo sto seguendo Caterina, una giovane e talentuosa promessa, con lei abbiamo belle idee in cantiere. La sua musica lega perfettamente con l’immaginario che avevo in mente per lei. Da poco c’è anche Kira, un ragazzo altrettanto talentuoso in grado di tirar fuori il ritornello vincente e delle topline “mostruose”. Non vedo l’ora di lanciare i loro progetti.

Aggiornato il 05 marzo 2020 alle ore 13:50