Le difficoltà del popolo curdo sono tra le tematiche attuali oggetto di attenzione universitaria e accademica internazionale. Le questioni legate alla formazione di un’unità nazionale permanente sono dovute al concorso di diversi fattori. Combinando le diverse prospettive della stratificazione storica, politica e culturale, il volume “I Curdi: il popolo scomposto”, edito dalla Ferrari Editori, vuole ricostruire le vicende, lo scenario geopolitico etnico-religioso, l’organizzazione amministrativa, il malgoverno, i travagliati rapporti internazionali, la variabilità degli attentati, i rebus irrisolti, il movimento femminile, le affiliazioni e le scissioni del Paese dei Curdi, dedicando all’identità incompiuta del popolo scomposto il primo volume di geopolitica della “Doctis Ardua”, diretta dal professore Daniele Cellamare. Tematiche prioritarie oggetto di analisi sono la scomposizione della innovativa carta costituzionale di Royava, tra parità di genere e tutela dell’ambiente, l’evoluzione degli aspetti istituzionali e il deciso avanzamento nel contesto mediorientale.
Sotto un profilo squisitamente storico, innumerevoli sono le analisi sui rapporti del popolo curdo con le istituzioni di Turchia, Iran, Iraq e Siria, tra riconoscimenti e persecuzioni e attraverso un esame analitico sull’esperimento di Mahabad e l’atteggiamento tenuto dagli Stati Uniti, tra luci e ombre. Particolare attenzione è dedicata al progetto della cosiddetta “cintura araba”, con un’indagine sull’atteggiamento sovietico nei confronti della presenza curda sul proprio territorio.
Il volume analizza anche il rapporto di interdipendenza tra gli investimenti stranieri e lo sviluppo della regione, concentrando l’attenzione sugli interessi internazionali e la rivendicazione della proprietà delle risorse da parte di Baghdad. Un’indagine sui differenti interessi che hanno favorito la recessione economica, deciso segnale di allontanamento dall’indipendenza e dallo sviluppo economico.
Non solo economia e geopolitica. Molto interessante è l’analisi accurata, da leggere con attenzione, dell’esame dei moderni tratti identitari rivendicati dalla popolazione curda e la rassegna dei tentativi di repressione legati al fenomeno di “decurdizzazione”, operato dagli Stati centrali. Inevitabile, un approfondimento sulle politiche linguistiche e di censura ai danni della libertà d’espressione e sul lento processo di dispersione culturale, senza dimenticare l’articolato ruolo della donna.
Il volume consente di approfondire anche il rapporto e l’evoluzione storica dell’etnia e della religione curda nell’ambito delle regioni medio orientali. Il microcosmo delle differenti professioni di fede e la loro collocazione nello scenario geopolitico etnico-religioso è essenziale per capire la storia dei curdi, anche attraverso l’analisi delle interazioni con le altre popolazioni mediorientali.
Numerosi gli analisti e i ricercatori universitari che hanno contribuito alla stesura del volume, con firme di Eva C. Müller Praefcke, Claudia Candelmo, Federica De Paola, Angela Chiara Festa, Roberta La Fortezza, Marilea Laviola, Gregory Marinucci, Vlora Mucha e Valeria Ruggiu.
Aggiornato il 04 febbraio 2020 alle ore 11:16