Al Keiros Artemisia rivive per una sera grazie a Marta Bifano

L’Altro Teatro è una rubrica settimanale de “L’Opinione delle Libertà” curata da Giò Di Sarno. Si tratta di uno spazio in cui si vuole dare visibilità a spettacoli, opere teatrali in particolare, che pur avendo per protagonisti artisti di talento e soggetti interessanti, faticano ad avere voce sui media nazionali. I quali, come spesso succede, non dedicano molto spazio ad approfondire le proposte di teatri periferici. Ed è proprio in questi teatri, cosiddetti Off, dove spesso si esibiscono attori pieni di talento e si rappresentano gli spettacoli più interessanti. L’intento di questa rubrica è, perciò, quello di fornire un’informazione aggiornata allo spettatore, il quale spesso è ingolfato dalla pubblicità dei “soliti noti” e incanalato in un’unica direzione. In questo caso, senza fare discriminazioni al contrario e compatibilmente con lo spazio settimanale, si darà voce a tutti, senza distinzioni. Andando sul posto, sedendosi in platea e riportando esattamente reazioni e sensazioni del pubblico, facendo così da tramite per fomentare l’interrelazione fra spettatori e spettacolo.

Il teatro Keiros si trova nei pressi di Piazza Bologna a Roma, un luogo a dimensione umana, di quelli che piacciono a me. Di solito in questi teatri ci va un pubblico che sa esattamente cosa sta andando a vedere, chi è in scena, chi fa la regia, com’è la trama e chi ha confezionato i costumi. Il pubblico che si incontra in questi teatri viene solitamente accolto, proprio come è successo qui, dal gestore o proprietario del locale. In questo caso è stato il regista Stefano Maria Palmitessa che, oltre a dare il benvenuto con grazia, competenza e generosità, ha illustrato lo spettacolo che è incluso nel “Festival del Teatro che Non c’era (Ho bisogno di sentimenti)” da lui diretto.

La cura nei dettagli dell’estratto della pièce “Artemisia” è notevole. Pochi ma essenziali elementi che accendono un faro (in tutti i sensi) sulla bravura di Marta Bifano.

La Bifano ha debuttato al cinema con Massimo Troisi in “Ricomincio da tre”. Ha lavorato con registi come Scola, Cavani, Majano e in teatro ha dato voce a Viviani, Eduardo, Scarpetta, D’Annunzio e tanti altri autori di un tempo che, seppur recente, sembra scomparso. La gavetta professionale della Bifano si respira tutta in questo estratto da uno spettacolo ben più ampio, orfano della voce maschile di Ennio Fantastichini. Dopo la sua dipartita è stata fatta una scelta di amore paragonabile (in più alto ambito) a quella maglia numero 10 che, nel calcio, non si dà più a nessuno in ricordo di un vero fuoriclasse che ha smesso di giocare. E così, con tutte queste premesse, entra in scena una storia che sembra di ieri: un simbolo universale del talento femminile di Artemisia Lomi Gentileschi, figlia del grande pittore pisano Orazio Gentileschi e di Prudentia Monotone, nella trasposizione scenica del processo per stupro intentato dal padre nel 1612 contro Agostino Tassi, suo amico.

L'interrogatorio e le lettere di Artemisia, oggetto di ricerca della celebre avvocatessa Tina Lagostena Bassi furono consegnati nella mani di Daniele Valmaggi, già in collaborazione con la scrittrice Alexandra Lapierre. Magicamente queste testimonianze biografiche e letterarie presero vita nella sala centrale di Palazzo Venezia, nel 2002, sotto lo sguardo delle tele esposte alla mostra dedicata ad Orazio ed Artemisia Gentileschi. Valmaggi allestì una serata storica con Mariano Rigillo ed Ennio Fantastichini, interprete dell'efferato Agostino Tassi, e con gli stessi Marta Bifano e  Giuseppe Zambon il quale ha curato la parte musicale, arricchita da una voce celestiale. La versione video della rappresentazione con la collaborazione di Paola Bragaglia vinse il Premio Donne Europee a Bruxelles nel 2010.

Nel  corso  del tempo hanno preso vita  varie versioni della pièce nelle manifestazioni dell'8 marzo, a carattere nazionale, oltre che nello storico allestimento che  "trascinò" in scena Vittorio Sgarbi, nel ruolo di Agostino, all'inaugurazione memorabile della  manifestazione genoveseIl Talento delle donne” nel 2015, evento che stimolò il celebre critico a ideare una Mostra per la Fondazione Cavallini Sgarbi al Castello di Ferrara, nel 2018, dove Orazio e Artemisia furono esposti uno a fianco all'altra. 

La Bifano fasciata in un abito rosso ha tenuto inchiodato sulle sedie un pubblico composto ed attento, con cui si è fermata a dialogare sullo spettacolo, assieme a Giuseppe Zambon, ricordando con affetto le fedeli indicazioni registiche nel ricordo della voce di Daniele Valmaggi al quale è dedicato il Festival.

Info e prenotazioni: Teatro Studio Keiros – Festival “Il Teatro che non cera”

Via Padova 38/a 06/44238026 - Settembre 2019-Giugno 2020

 www.teatrokeiros.it.

Aggiornato il 29 novembre 2019 alle ore 13:17