Alcune delle più straordinarie, uniche e importanti opere d’arte del mondo sono crocifissi.
Quello di Cimabue per esempio, o quello di Giotto, quello di Simone Martini, o ancora quello già rinascimentale di Donatello, quello di Brunelleschi, quello manierista di Benvenuto Cellini e ancora quelli barocchi ancora oggi portati nelle processioni di tanti paesi d’Italia, sino a quelli contemporanei, il crocifisso è non soltanto un simbolo, il più alto della fede cristiana, ma è il simbolo che da duemila anni unifica l’Europa da Skellige alle distese del Danubio, dalle foreste norvegesi ai bastioni di Malta, e soprattutto è un’opera d’arte.
Il crocifisso riunifica l’arte di generazioni di unici individui che in esso hanno riunificato la Terra e il Cielo, a volte forse neanche così splendidi umanamente, come persone, ma Dio ha spesso scelto i peggiori per far sì che loro dessero il meglio. Sistematicamente, come un singulto ricorrente nel nostro Paese, qualcuno posseduto dal fuoco laico dell’uguaglianza giacobina si sveglia nella notte e alzatosi con gli occhi ancora cisposi di vergogna mai lavata, decide di eliminare tutti i crocifissi dalle scuole e poi, di conseguenza, dagli ospedali, dai tribunali... insomma la follia iconoclasta ancor prima che ateistica riemerge in soggetti che dovrebbero trovare un modo migliore per impiegare il loro tempo e anche per cercare di passare alla Storia.
Ecco che l’ultimo in ordine di tempo sicuramente è il neo ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che al solo scopo di lasciare traccia di sé, finalmente ne ha l’opportunità, in qualche gazzetta italica, fa emanare una proposta laicissima di sostituire tutti i crocifissi nelle aule scolastiche con delle più generiche “cartine del mondo” che richiamino la Costituzione. In effetti andrebbe ricordato al distratto ministro che su molti dei Paesi di quelle cartine andrebbe posta una croce per ricordare i martiri cristiani che ogni giorno vengono massacrati soltanto perché tale e dei quali pochissimi parlano, a cominciare dal vescovo di Roma.
Pertanto, sappia il solerte Fioramonti, che ogni volta che qualcuno ubbidiente al suo decreto toglierà un crocifisso da un muro, sarà una parte della nostra Storia e della nostra Arte e della nostra Cultura a essere eliminato, in favore – come sempre – del nulla più totale, dell’ipocrisia e dell’assenza di ogni virtù e bellezza. E se il crocifisso a Oliviero Toscani fa impressione, allora questo è segno che Gesù di Nazareth, il Figlio unigenito di Dio, non è morto invano. Ma tutto questo forse è ciò che si vuole, lo fecero anche i Roundheads di Oliver Cromwell, ditelo a Fioramonti, a loro non è poi andata così bene.
Aggiornato il 04 ottobre 2019 alle ore 11:21