Cambiamo musica, niente politica per oggi.
Nei primi giorni di ottobre, dopo cinque anni da Il rovo e la rosa, uscirà il nuovo album di Angelo Branduardi: Il cammino dell’anima, composto sulle cantiche di Ildegarda di Bingen, la badessa medievale nota per la propria mistica sapienza. Personalmente sono certo che sarà un’altra straordinaria opera come lo fu l’insuperato album dedicato alle liriche di William Butler Yeats e quello ai poeti che cantarono l’amore in ogni tradizione del vasto mondo antico.
Nella ricorrenza dell’impresa fiumana, mi piace ricordare a chi li apprezza e far sapere a chi dovesse ancora non conoscerli, l’opera del gruppo genovese degli Ianva, che da Disobbedisco al magnifico Canone Europeo, hanno dimostrato come si possa fare musica colta e “alternativa” alla produzione commercialmente dominante, con originalità di idee e di ambientazioni, diventando un unicum anche nel panorama musicale cosiddetto indipendente.
Compiendo un salto spaziotemporale, dal Nord italiano alla Roma barocca, segnalo al colto e all’inclita, la prossima uscita del cd di uno degli ensemble più interessanti e raffinati della musica antica in Italia: “I Bassifondi”. Tre giovani musicisti professionisti del Conservatorio di Santa Cecilia, che spaziano con concerti in tutto il mondo con liuti, arciliuti, chitarre battenti e colascioni in un tripudio delle antiche sonorità barocche. Il loro nuovo album, che certo sarebbe stato amato da un Salvator Rosa e da Caravaggio o da Artemisia, coniuga perfettamente nell’immagine - ironica e iconica - di copertina, il presente con il Secolo d’Oro e ha per titolo: Roma ’600. Sempre in giro per la penisola, prendete nota dei preziosi concerti – e dei cd ça va sans dire – del “Mu-Duo”, per chitarra e violoncello, in un eclettico repertorio e le straordinarie sonorizzazioni di film del cinema muto espressionista, operate da Adriano Lanzi.
Infine, ma non minore, la messa in scena di uno spettacolo popolare e al tempo stesso elevato, adatto e adattabile, da parte di un altro gruppo musicale ligure e piemontese: “Gli Accademici delle parole ardite”, che offre al pubblico un connubio tra il teatro in costume e il concerto, con musiche del primo Settecento e un’esperienza sensoriale legata al cioccolato. La sinestesica performance è stata chiamata La musique du chocolat e sta per cominciare il proprio tour per l’Italia a partire dall’anno che verrà.
Tutto questo dimostra che “non tutto è perduto” nell’orizzonte artistico presieduto da Euterpe, e quindi se si sa cercare, scegliendo il meglio, avendo conoscenza di cosa sia Musica, esiste ancora molto da poterci donare gioia e bellezza in questo tempo che ne ha sempre più bisogno.
Aggiornato il 27 settembre 2019 alle ore 11:58