Duemila anni d’arte in Occidente, in Europa, sono la prova inconfutabile, più di qualsiasi speculazione teologica e filosofica, dell’esistenza di Dio. Lo sono gli affreschi di Giotto, le pale d’altare di Simone Martini e dei fratelli van Eyck, le basiliche cosmatesche e le cattedrali gotiche che svettano verso l’alto dei Cieli. E se tutto questo attesta l’esistenza di un Dio, altrettanto lo fa documentando quella del Diavolo. Infatti dell’Angelo Ribelle nessuno ha mai dubitato che esistesse come realtà vivente e operante, sia nel mondo sovrannaturale sia in quello terreno, tanto che esso è presente in innumerevoli opere d’arte, in dipinti e in sculture, oppure nascosto nelle architetture e nei codici miniati.
Per secoli la stessa Chiesa non ne ha mai dubitato, sino all’altro ieri, nonostante più volte anche papi contemporanei non propriamente “ortodossi” come anche l’attuale argentino, ne abbiano riconfermato l’essere come creatura, sino a quando, dicevo, il superiore generale dei Gesuiti, Padre Arturo Sosa ha sostenuto la seguente tesi riportata dal Il Foglio: “Abbiamo creato figure simboliche, come il diavolo, per esprimere il male. Anche i condizionamenti sociali rappresentano questa figura...”. Ecco che il Principe di questo mondo viene ridotto al livello di metafora, di creazione intellettuale, di mera figura di tutti i mali che l’uomo sa creare. Lucifero è così caduto ancora una volta più in basso, laddove egli prima regnava superbo sugli Inferi ora viene declassato a immagine rappresentativa del male.
Eppure questa “metafora” non soltanto viene descritta nei Vangeli, ma è sempre più raffigurata in opere come quelle di Michelangelo, di Bosch, di Lotto, di Blake. Se il Signore delle Tenebre non esistesse potrebbe essersi presentato in così tante e tali forme, caratteristiche di ciascun artista che lo ha dipinto lungo i secoli? Egli è simiano in Rosso Fiorentino, insettoide elitrato in Cranach, ma è forse nel San Wolfgang e il Diavolo di Michael Pacher che lo vediamo a tu per tu proprio con un rappresentante della Chiesa.
Nessun dubbio quindi che il Serpente Antico esista e abbia natura d’essere vivente. Si può dubitare della Fede, è umano, della filosofia e degli stessi teologi probabilmente, ma non dell’opera degli artisti, che forse proprio in quanto tali, godono del privilegio metafisico di poter vedere con altri occhi “cose visibili e invisibili”, quindi accedere con il dono dell’arte ai Cieli e agli Inferni.
Pertanto si rassegni il buon Padre Sosa, neppure lui riuscirà là dove ha fallito lo stesso Martin Lutero, e per quanto si ostini a negarne l’esistenza, Satana continuerà imperterrito e ghignante a esistere e ad irridere lui e quanti non credono alla sua esistenza, da un numero incalcolabile di capolavori, facendosi beffe innanzitutto di tutti coloro dei quali Charles Baudelaire diceva: “Il più bel trucco del Diavolo sta nel convincerci che non esiste”.
Aggiornato il 26 agosto 2019 alle ore 14:29