Liberi di scegliere e di educare: per un nuovo modello scolastico

I risultati delle prove Invalsi diffusi in questi giorni dimostrano ancora una volta i limiti del nostro modello scolastico. A fronte di ingenti investimenti (la spesa pubblica per l’istruzione è seconda solo a quella per la sanità), gli esiti continuano a essere insoddisfacenti. Come provare a invertire questa tendenza? E a quali esperienze guardare, se nel nostro Paese qualcosa di buono è stato fatto?

A tali domande prova a dare risposta Anna Monia Alfieri nell’Occasional Paper Ibl dal titolo “Nell’autonomia scolastica, liberi di educare: è possibile. Il modello di Regione Lombardia”.

Per Alfieri, “usata per battaglie ideologiche e politiche senza tregua, intesa come un enorme sistema di ammortizzazione sociale, la scuola è stata depredata da decenni di saccheggi e malizia politica e lobbistica che l’hanno di fatto squassata, resa inefficiente, obsoleta, noiosa e repellente per larghi strati dell’utenza. […] Emerge oggi più che mai una visione statalista della scuola che sta letteralmente soffocando la pubblica istruzione, portando l’Italia agli ultimi posti di competitività e efficienza del sistema”.

L’unica soluzione possibile riguarda allora l’autonomia scolastica: la libertà di scelta educativa all’interno di una offerta formativa plurale. Perché, come afferma Alfieri, “impedire la libertà di scelta educativa e azzerare il pluralismo educativo ha un costo sociale ed economico non indifferente”. E un tentativo per cercare di andare in questa direzione può essere ravvisato in quanto fatto da Regione Lombardia, soprattutto con il sistema della “dote scuola”.

Aggiornato il 12 luglio 2019 alle ore 11:27