Il trionfo di Dogman: 9 David di Donatello

Dogman conquista nove David di Donatello. Matteo Garrone è il mattatore della 64ma edizione degli Oscar del cinema italiano. Il lungometraggio che s’ispira al cosiddetto delitto del Canaro, è stato premiato come miglior film, regia, attore non protagonista (Edoardo Pesce), sceneggiatura originale, fotografia, scenografia, montaggio, trucco e suono. La cerimonia di premiazione, condotta da Carlo Conti, è andata in onda in diretta su Rai Uno.

Delusione per il bellissimo Capri-Revolution di Mario Martone, che ha ottenuto solo i David per la musica e i costumi. Nessun premio per le due donne in lizza per la regia e miglior film: Alice Rohrwacher, autrice di Lazzaro felice e Valeria Golino, regista di Euforia.

Sorprendente l’andamento della serata del film Sulla mia pelle di Alessio Cremonini. Cinema civile, si sarebbe detto un tempo. Una pellicola coraggiosa sulla vicenda di Stefano Cucchi, che ha ottenuto ben quattro premi: quello per il regista esordiente, il David Giovani, miglior produttore e il riconoscimento al miglior attore protagonista, andato ad Alessandro Borghi.

Il film su Silvio Berlusconi ha ricevuto solo due premi. Loro di Paolo Sorrentino (assente in sala) si è aggiudicato il David alla miglior attrice protagonista, un’emozionata Elena Sofia Ricci, che nel film veste i panni di Veronica Lario e, infine, il premio al miglior acconciatore. Santiago Italia di Nanni Moretti è stato premiato per il miglior documentario. A Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino sono andati due premi: alla canzone Mistery of Love di Sufjan Stevens e quello alla sceneggiatura non originale, firmata James Ivory.

Gabriele Muccino ha ottenuto il premio del pubblico, per A casa tutti bene. Il regista lo ha ricevuto affollando il palco con il suo cast quasi al completo: da Stefania Sandrelli a Stefano Accorsi a Sabrina Impacciatore. David Speciale per Tim Burton, l’indiscusso maestro del cinema gotico. Il regista di Edward mani di forbice è stato premiato da Roberto Benigni. L’attore e regista fiorentino, nel ventennale dei tre Oscar al suo capolavoro La vita è bella (miglior film straniero, miglior attore lo stesso Benigni, miglior colonna sonora a Nicola Piovani), ha definito Burton “un italiano come noi”. Altri due premi speciali sono stati attribuiti al cinema italiano: alla scenografa Francesca Lo Schiavo (tre volte premio Oscar), moglie del grande Dante Ferretti; a Dario Argento, maestro del thriller all’italiana, premiato per la prima volta, “forse un po’ troppo tardi”.

Ma la star della serata è stata la bellissima e altissima Uma Thurman, musa di Quentin Tarantino, premiata con un riconoscimento speciale. “Ho iniziato la mia carriera qui a Roma – ha raccontato l’attrice – venendo a lavorare con Terry Gilliam per un film che aveva un grossissimo problema di budget: era Le avventure del barone di Munchausen”.

Tra i momenti emozionanti della serata vanno annoverati la performance canora di Andrea Bocelli, con il figlio Matteo, in Fall On Me e l’omaggio ai cineasti scomparsi: da Bernardo Bertolucci a Bruno Ganz, da Ermanno Olmi a Vittorio Taviani, da Ennio Fantastichini a Carlo Vanzina e Stelvio Cipriani.

Aggiornato il 28 marzo 2019 alle ore 19:29