L’Altro Teatro, “80 nostalgia di Califano”

L’Altro Teatro è una rubrica settimanale de “L’Opinione delle Libertà” curata da Giò Di Sarno. Si tratta di uno spazio in cui si vuole dare visibilità a spettacoli, opere teatrali in particolare, che pur avendo per protagonisti artisti di talento e soggetti interessanti, faticano ad avere voce sui media nazionali. I quali, come spesso succede, non dedicano molto spazio ad approfondire le proposte di teatri periferici. Ed è proprio in questi teatri, cosiddetti Off, dove spesso si esibiscono attori pieni di talento e si rappresentano gli spettacoli più interessanti. L’intento di questa rubrica è, perciò, quello di fornire un’informazione aggiornata allo spettatore, il quale spesso è ingolfato dalla pubblicità dei “soliti noti” e incanalato in un’unica direzione. In questo caso, senza fare discriminazioni al contrario e compatibilmente con lo spazio settimanale, si darà voce a tutti, senza distinzioni. Andando sul posto, sedendosi in platea e riportando esattamente reazioni e sensazioni del pubblico, facendo così da tramite per fomentare l’interrelazione fra spettatori e spettacolo.

Il vuoto che ha lasciato Franco Califano nel panorama musicale italiano è immenso per i suo fan, ma lo è ancor di più per tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui e con la sua vita privata così piena da non sprecare nemmeno la notte per dormire. Ed è proprio sulla scia di questa mancanza che a Gianfranco Butinar (imitatore, cantante e amico storico del Maestro), è venuta l’idea di dedicargli uno spettacolo itinerante che desse la possibilità a tutti gli amici del Califfo di accedervi, come accadeva spesso a cena a casa del Poeta scomparso nel 2013. Dove si iniziava con quattro amici e non si sapeva bene il numero finale dei commensali.

Questo è quello che è accaduto martedì sera al teatro Brancaccio di Roma, davanti a un pubblico emozionato, soddisfatto e partecipativo; tanti artisti, tanti amici a ricordare il cantante con aneddoti riguardanti non solo la vita professionale, ma anche e soprattutto quella privata. Il primo ospite è stato Giuseppe Povia, scalzo, con i capelli sciolti, un vero “amish”, accompagnato dalla giovanissima violinista Anna Magno. Povia ha ricordato l’aneddoto del paragone che Califano faceva tra “I bambini fanno ooh” e “Il pulcino Pio”.

Giù il teatro dalle risate, perché a Califano/Butinar con quella voce e con quel suo modo fare, gli si perdona tutto, anche un pizzico di “cattiveria”. Dopo alcune canzoni accompagnate dall’orchestra di sette elementi diretta dal Maestro Luciano Titi, tra cui Marco Federici (giovanissimo polistrumentista) e il chitarrista Giandomenico Anellino, è arrivato un po’ trafelato l’immenso Olen Cesari, violinista di razza di origine albanese, il quale ha imparato a suonare già dal grembo materno lo strumento, essendo la mamma insegnante di violino. Olen diventa protagonista assoluto anche se appoggia delicatamente l’archetto sulle corde, un tocco inconfondibile che strappa applausi a scena aperta. Uno dei momenti più toccanti è stato raggiunto proprio quando Butinar ha intonato “È la malinconia” accompagnato solo dal violino e dal pianoforte. Verso la fine, il palco è stato calcato da Dario Baldan Bembo, coautore con Califano della meravigliosa “Minuetto”. Baldan Bembo ha raccontato come è nata, e quanti testi ha valutato prima dell’incontro fortunato con la sensibilità del paroliere. All’insaputa del musicista, mentre si parlava delle tante canzoni scritte, tra cui quelle per Renato Zero, sul palco è arrivato Daniele si Nasce suscitando lo stupore generale della platea in quanto il musicista lo ha scambiato davvero per Renato, tale è la sua somiglianza fisica e la voce incredibilmente identica. Gianfranco Butinar in collaborazione con la Mp management ha saputo mettere su una serata che va ricordata. Sul palco anche Roberto Bernardi, cantante originario di Cori, il quale spopola all’estero portando la musica tradizionale italiana. Un parterre con tanti Vip e inviati delle varie testate giornalistiche e televisive assistiti con certosina attenzione dall’ufficio stampa di Giò Di Giorgio. All’una di notte si è potuto cantare tutti insieme: “Ecco, la musica è finita, gli amici se ne vanno”, ma “non escludo il ritorno”.

Prossime date romane, prima di partire per il tour che toccherà tutta la penisola, il 29 e 30 marzo al Teatro Greco di Roma Info: 06/860751.

Aggiornato il 27 marzo 2019 alle ore 18:32