Difficile per una napoletana, anzi no, una vesuviana, parlare di questo spettacolo senza diventare campanilista. Ma di fatto lo spettacolo è bello! Pensato bene, strutturato meglio. Il “bambino” nato ad Eboli e cresciuto a Bellizzi (periferia di Salerno) mentre si gustava il suo “Posto al Sole” elaborava, creava, metteva in scena. Emiliano De Martino, il “folletto”, come mi è piaciuto appellarlo quando è venuto ospite a “L’Emigrante” (Radio Italia anni 60), non sta mai fermo, e non solo fisicamente. Lui pensa e ripensa, nel frattempo, agisce.
“Mamma Napoli Mood” è uno spettacolo in programma al Teatro Tordinona fino al 17 marzo che abbraccia tutti i 5 sensi: appena si entra nella Sala Strasberg la Vista viene attratta dai colori della scenografia, una riproduzione dei quartieri spagnoli ai tempi della fame vera, della miseria, della povertà, degli stenti. Dove tutto era buio, i vicoli talmente stretti non venivano illuminati nemmeno dal sole cocente che tutti attribuiscono alla città di Masaniello. Gli unici colori erano dati appunto dai panni stesi, e la riproduzione si respira ampiamente.
Ad appagare l’Udito ci pensa la voce meravigliosa di Marco De Vincentis (in scena metà Maschera e metà umano), ti entra nell’anima e se ne appropria portandola in terre lontane, accompagnandosi con il suono della chitarra acustica altrettanto coinvolgente. A rappresentare in un certo senso la “Mamma Napoli” è la voce di Valentina Proietto Scipioni, rassicurante e talentuosa. Tammorra, cajòn (magistralmente suonati) e voce, affidati a Pulcinella, interpretato da Eduardo Ricciardelli. E quando le 4 voci si fondano, diventa un mercato degno di Resina.
Il Gusto inteso come appagamento delle papille gustative, resta inespresso ma fa riflettere sui cinque elementi fondamentali quali: amaro, acido, dolce, salato e umami. Questi 5 elementi rappresentano come pochi, le mille contraddizioni della città di Napoli. Il Tatto: gli applausi a scena aperta non si contano, appagando completamente questo senso, coronato alla fine dello spettacolo con l’abbraccio non solo virtuale fra pubblico e artisti. L’Olfatto: in scena c’è una vera caffettiera, una moka che fa un vero caffè. Si vede il fumo e si sente il profumo, ti viene voglia di andare in scena e rubare “chella tazzulella ’e cafè” che aggiusta ogni problema, anche nella Napoli contemporanea. E si capisce perché un attore affermato come De Martino, decida di buttarsi a capofitto in un progetto che appaga, ma spesso non paga; la passione con cui avidamente divora il leggio, la determinazione con cui sperpera i “soldi facili”, la rivincita di “Antonio”, ragazzo disabile che fa “’a cacciata” finale, come la chioma de “ll’uosso aulivo” di Eduardo. Tutto questo si chiama passione, una passione per il Teatro, quello bello, che va oltre ogni logica di mercato. Un applauso di 4.500 secondi, tutto il tempo della durata dello spettacolo.
Info: 06/7004932
Aggiornato il 07 marzo 2019 alle ore 11:46