Teatro: Ascesa e rovina di Francesco Nuti

Ascesa e rovina di Francesco Nuti. Il racconto teatrale dell’esistenza umana e professionale di un attore e regista di cinema. È il cuore dello spettacolo “Francesco Nuti. Andata, caduta e ritorno”, interpretato dall’attore Nicola Pecci, per la regia di Valerio Groppa.

Il testo va in scena sabato 3 febbraio, alle 21, al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio, Firenze. Pecci viene accompagnato dalle musiche di Nuti e del fratello Giovanni, eseguite dal vivo da cinque elementi: Lele Fontana, Francesco Cherubini, Luca Gelli, Alessandro Luchi, Claudio Giovagnoli. Lo spettacolo è un continuo andirivieni tra comicità, amare riflessioni, belle donne e biliardo.

Pecci porta a teatro l’omaggio a Nuti già nel 2014. Un’interpretazione che gli vale il il premio Premio Renzo Montagnani 2015, assegnato a personaggi dello spettacolo toscani di nascita o di adozione. Nella nuova edizione dello spettacolo vengono aggiunti alcuni monologhi.

“Nel testo − sostiene Valerio Groppa − c’è tutto. Anche quello che molti non sanno. È uno spettacolo per chi è fan di Francesco Nuti, ma anche per chi non lo conosce abbastanza o per niente. Emozionante e vibrante, proprio come la vita di Francesco. Tanta energia, amore e anche amarezza, senza sconti. Mi auguro che il pubblico possa lasciarsi andare senza pregiudizi e seguire con tutti noi il viaggio, almeno fino ad ora, di un artista poliedrico dal talento puro, che ha scritto, insieme ad altri grandi cineasti, un pezzo di storia del cinema”.

Il testo racconta gli inizi di Nuti con i Giancattivi, Alessandro Benvenuti e Athina Cenci, le prime interpretazioni d’attore “solista” diretto da Maurizio Ponzi in “Madonna che silenzio c’è stasera” e “Io chiara e lo scuro”, fino ai successi da regista. Celebri i film “Tutta colpa del Paradiso”, “Stregati”, “Caruso Pascoski”, “Willy signori e vengo da lontano” e “Donne con le gonne”. Ma improvvisa arriva la crisi. Profonda, lacerante, inaccessibile.  

‘‘Quando Valerio mi ha comunicato che avremmo portato in scena Nuti – ricorda Nicola Pecci – la sorpresa è stata doppia non solo perché insieme a Carlo Verdone, Francesco Nuti rappresenta per me un personaggio mitico della mia adolescenza anni Ottanta. Ma, soprattutto, perché non sarebbe stato un racconto impersonale, ma un viaggio in prima persona nella vita di questo artista. La prima regola che mi sono dato è stata quella di non cadere mai nell’imitazione”.

Aggiornato il 14 marzo 2018 alle ore 13:35