Il viaggio italiano nella musica di Rod Stewart

Il viaggio italiano nella musica di Rod Stewart. Al Mediolanum Forum di Assago, nel Milanese, il 73enne cantante inglese ha raccontato, con la sua caratteristica voce graffiante, nella sua unica data italiana, cinquant’anni di carriera tra folk e soul.

Si è esibito sulle note di “Infatuation”, dopo otto anni di assenza dalle scene italiane. L’ultima apparizione, infatti, risale all’Arena di Verona nel 2010. In quel contesto, la leggenda vivente del rock, aveva sottolineato la propria vocazione soul. Al Forum, davanti a ottomila persona, Stewart, in un’ora e mezzo di live, ha omaggiato Chuck Berry nella sua versione di “Sweet Little Rock’n’Roller”. Ma ha cantato anche il pop di “Forever Young”.

Il concerto di Stewart è anche un racconto visivo, contrappuntato dalle immagini che scorrono sui  maxischermi. L’ex voce dei Faces, sul palco “dominato” in ogni suo centimetro, è accompagnato da una band composta da 13 elementi. Tra violini e chitarre, piano e tastiere, banjo e arpa, violini e sax. Uno spettacolo nello spettacolo. Il cantante ha preso in prestito una serie di ballate. Da “Downtown train” di Tom Waits a “The first cut is the deepest” di Cat Stevens a “I don’t want to talk about it” dei Crazy Horse. Ma la rockstar ha riproposto, naturalmente, i classici del proprio repertorio. Da “Baby Jane” a “Sailing”, a “Passion”.

Rod Stewart ha incantato il pubblico, seppure non abbia mai sforzato la voce. Preferendo moderare gli acuti e lasciando spazio ai cori dei presenti.

Aggiornato il 12 marzo 2018 alle ore 11:15