Civita di Bagnoregio, “la città che vive”

Esiste un comune in Italia in cui le tasse non si pagano. Non si paga la Tasi e l’Irpef, e l’Imu è al minimo di legge. I servizi per i residenti sono gratuiti: parcheggi e scuolabus compresi. Sembra impossibile, soprattutto nell’Era degli sprechi e delle grandi elargizioni alla politica, eppure a quanto pare agire nell’interesse dei cittadini e del territorio è possibile. E Bagnoregio, un paesino di 3500 abitanti in provincia di Viterbo, nell’alto Lazio, ne è la prova vivente.

Il suo borgo, Civita di Bagnoregio, è arroccato su una collina di tufo e argilla, raggiungibile soltanto da un ponte percorribile a piedi. Le case sembrano fuoriuscire direttamente dalla roccia. Lo scrittore italiano Bonaventura Tecchi la soprannominò “la città che muore” nel suo racconto “Antica Terra”. Cosa in parte vera, se si considera che l’incantevole borgo, proprio per la sua formazione geologica, è vulnerabile agli agenti della natura. Tuttavia, dall’altra parte, Civita è tutto fuorché morente. Negli ultimi anni si è rivelata essere una fonte di ricchezza per tutti gli abitanti del comune di Bagnoregio.

La ricetta l’ha scritta Francesco Bigiotti, sindaco del paesino laziale. Il lavoro portato avanti dal primo cittadino e dai suoi collaboratori è l’esempio concreto di come le cose, se si vuole, possono funzionare, e anche bene. Bagnoregio ha il privilegio di essere il comune con minor pressione fiscale, perché tutte le imposte di cui ha discrezionalità il sindaco e la giunta comunale sono state completamente abolite. Un beneficio concreto per gli abitanti, ai quali tra l’altro, a fine anno, vengono distribuiti quasi 200mila euro per aiutare le famiglie meno abbienti. Come è possibile?

Tutto deriva dalla solidità di un bilancio che trova le sue fondamenta nei frutti di un turismo importante”, ha spiegato Bigiotti. Tre anni fa il Comune ha introdotto un ticket di ingresso, dal valore simbolico di un euro e mezzo, per accedere al borgo del paese. “Molti profetizzarono che questo ticket avrebbe decretato la fine del turismo nella zona”. Ma così non è stato. L’introito che deriva dalla vendita dei biglietti, infatti, consente al Comune di fare cassa. Nel giro di cinque anni, Civita è passata ad avere oltre 640mila visitatori annuali, a fronte dei 40mila iniziali. Quindi una crescita di oltre quindici volte. Per fare dei paragoni sui numeri, nella provincia di Viterbo, Civita da sola fa la somma di tutti gli altri siti turistici messi insieme. E oltre il triplo della somma dei primi cinque (le tombe etrusche di Tarquinia, il parco dei mostri di Bomarzo, il Palazzo Farnese di Caprarola, il Palazzo Papale di Viterbo e Villa Lante a Bagnaia). “Sono dati - spiega il sindaco - forniti dal Mibact sul monitoraggio delle location più visitate nella provincia”.

Quest’incantevole borgo è oggi una fonte di ricchezza per tutti gli abitanti. “Mentre nella provincia di Viterbo nell’ultimo triennio hanno chiuso quasi 700 attività, nello stesso lasso di tempo, qui ne hanno aperto quasi 100. In un comune di 3500 abitanti significa mandare a disoccupazione zero il territorio”, ha detto ancora il sindaco Bigiotti. Inoltre, grazie alla pianificazione di un’operazione ben mirata, messa a punto con il supporto dell’Università della Tuscia e dello staff del professor Silvio Franco, l’immagine di Civita di Bagnoregio nel giro di pochi anni è diventata celebre in tutto il mondo, specialmente in Oriente. Un 20 per cento dei turisti proviene dal Giappone (150mila visitatori annuali), dalla Corea, dalla Malesia e ora iniziano ad arrivare i primi cinesi. Merito in parte di un lungometraggio animato premiato con l’Oscar, firmato Hayao Miyazaki – il noto disegnatore di anime giapponesi – che ne “La città incantata” si è ispirato proprio al piccolo borgo viterbese. Insomma, Civita nel breve tempo è diventata luogo di set cinematografici, mostre, congressi di medicina, pittura e musica ospitando eventi di ogni tipo.

Ma i progetti per Civita di Bagnoregio non si fermano qui. “Adesso stiamo migliorando i servizi, come l’abbattimento delle barriere architettoniche. A breve attiveremo questo servizio per i disabili, che sarà gestito completamente da ragazzi con diverse abilità”. Civita, inoltre, ha anche avviato l’iter per diventare patrimonio Unesco già superando gli scogli iniziali. “La commissione nazionale ha iscritto Civita nella tentative list dell’Unesco e ha mandato tutti i dossier a Parigi per la valutazione finale. La parte più tortuosa del percorso l’abbiamo superata. Auspichiamo che entro due anni, dovrebbe essere giugno 2019, questo prestigioso riconoscimento venga assegnato”.

Visto che l’Italia è così ricca di bellezze naturali e posti straordinari, la speranza è che il modello di Civita di Bagnoregio possa essere replicato in altre realtà, perché il Bel paese può vivere di cultura e di turismo.

Aggiornato il 08 novembre 2017 alle ore 13:37