Un software previene   gli attacchi di cuore

Prevedere un attacco cardiaco è possibile. Secondo quanto si legge sulla rivista specializzata “Radiology”, gli scienziati del Mrc London Institute of Medical Sciences (Lms) hanno infatti messo a punto un software in grado di calcolare il lasso di tempo entro il quale un paziente potrebbe essere vittima di un attacco cardiaco. L’intelligenza artificiale aiuterà quindi i medici a identificare rapidamente i pazienti più a rischio e a intervenire su quelli più gravi, scegliendo la cura più adeguata.

“Questa è la prima volta che i computer hanno interpretato le scansioni del cuore in modo da poter prevedere con precisione quanto tempo i pazienti vivranno - ha dichiarato il dottor Declan O’Regan, che ha guidato la ricerca - Si potrebbe trasformare il modo in cui i medici trattano i pazienti che soffrono di cuore”.

Attraverso le risonanze magnetiche di 256 pazienti affetti da ipertensione polmonare, è stato possibile dapprima creare le copie virtuali in 3D dei loro cuori e poi analizzarle tramite un algoritmo che sfrutta la tecnica del machine learning (apprendimento automatico). Ogni battito cardiaco è stato così misurato in trentamila punti differenti del cuore e, incrociando le informazioni ottenute durante lo studio del centro motore dell’apparato circolatorio in 3D con le cartelle cliniche di pazienti precedentemente colpiti dalla stessa patologia, è stato possibile identificare quali sono le caratteristiche di un cuore sofferente, vicino all’attacco cardiaco.

Il software al momento ha la capacità di predire, con una correttezza del’80 per cento, quali pazienti hanno più di un anno di vita a disposizione, mentre la percentuale si abbassa a 60 per cento quando si tratta di pazienti con più di un anno di speranza.

“Il computer esegue l’analisi in pochi secondi e contemporaneamente confronta i dati delle immagini - ha dichiarato Tim Dawes, membro della Lms, che ha sviluppato gli algoritmi alla base del software - le analisi del sangue e di altri esami senza intervento umano. Esso potrebbe aiutare i medici a dare i trattamenti giusti per i pazienti al momento giusto”.

Prima di poter essere utilizzato, il software dovrà però essere approvato in ambito clinico da un trial multicentrico che comprenderà pazienti di diversi ospedali. Qualora i test dovessero dare esiti positivi, l’obiettivo del gruppo di ricerca non sarà solo quello di fare previsioni anche sul tipo di trattamento che più si addice ad ogni paziente, ma di estendere questa nuova forma di intelligenza artificiale anche ad altre malattie cardiovascolari.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:32