“Siamo tutti assassini se ci togliete la libertà di scegliere”. È questa è la morale di Assassin’s Creed, film uscito nelle sale italiane lo scorso 4 gennaio e basato sull’omonima serie di videogiochi sviluppata da Ubisoft, coproduttrice della pellicola.
Ma partiamo dall’inizio. Aguilar de Nerha è spagnolo, andaluso per l’esattezza. È vissuto nella Madrid del XV secolo ed è un assassino. La Abstergo, una multinazionale dietro cui si cela l’antico e misterioso Ordine dei Templari, vuole costringere un suo discendente a rivivere i propri ricordi ancestrali, attraverso un futuristico macchinario denominato “Animus”, mettendo i Templari sulle tracce della smarrita mela dell’Eden – la reliquia in grado di controllare il libero arbitrio – puntando in questo modo a limitare o eliminare la violenza tra gli uomini. Callum Lynch è il suo nome. E scopre, dopo essere stato condannato a morte, di appartenere all’antica Confraternita degli Assassini che lotta da millenni contro i Templari per garantire al mondo libertà e umanità.
È in questo innesto cybernetico che si riassume tutta la storia del pensiero liberale degli ultimi secoli. La Spagna è quella dei re cattolici. La Spagna che caccia in malo modo e perseguita gli ebrei. La Spagna della controriforma. La Spagna della Santa Inquisizione. La Spagna dell’ordine e della pianificazione. Quella stessa ideologia pronta a imbrigliare l’ordine spontaneo. Quella che qualcuno una volta chiamò Taxis – ordine pianificato – che si contrappone a Cosmos: libertà di pensiero e movimento. Terra fertile per il capitalismo di ogni tempo.
È in questo contesto politico che si inserisce la prima puntata di quella che per molti è destinata a essere una saga cinematografica. Tutto inizia da un videogioco di grande successo sviluppato, come detto, dalla Ubisoft. La pellicola è semplicemente spettacolare, anche se probabilmente i giochi restano superiori. Justin Kurzel è il regista e punta tutto sulla ricostruzione storica degli anni in cui si svolge il film. Allestisce le scene in modo vivido e crudo. Qualcosa che fa impazzire grandi e piccoli osservatori. I combattimenti corpo a corpo, il sangue e l’arte della guerra non passano inosservati. Ma torniamo alla trama. Callum, il protagonista di questa storia, torna indietro nel tempo per combattere fianco a fianco alla sua gente, gli assassini, attraverso l’Animus: un ponte ideale tra l’universo del videogame e quello cinematografico. Un passaporto spazio-temporale che consente al protagonista di traghettare lo spettatore avanti e indietro nel tempo coinvolgendolo fino alla fine della storia.
I due personaggi principali sono interpretati entrambi da Michael Fassbender, anche produttore del film, mentre fanno parte del cast Marion Cotillard, Jeremy Irons, Brendan Gleeson, Charlotte Rampling e Michael K. Williams. Le riprese sono cominciate nell’agosto 2015 a Malta e si sono concluse a gennaio 2016 proprio in Spagna. Nel marzo 2016, Daphne Yang, Ceo della co-finanziatrice del film CatchPlay, ha dichiarato che vorrebbe trasformare la pellicola in una saga, visto il successo ottenuto dai videogiochi. Nel dicembre 2016, Michael Fassbender ha dichiarato: “Questo film segna l’origine di una storia. Abbiamo un’idea su che strada percorrere nel corso dei prossimi due film. Abbiamo creato un arco narrativo in grado di coprire tre lungometraggi. Vedremo come gli spettatori reagiranno a questo primo capitolo”.
Lo stesso Kurzel, intervistato dalla rivista francese “Premiere”, ha dichiarato che vorrebbe la Guerra fredda come ambientazione per il secondo film. La serie di videogiochi è composta da 9 capitoli. Da Assassin’s Creed ad Assassin’s Creed: Syndicate. E otto spin-off. Con lo stesso nome sono stati pubblicati romanzi, fumetti, cortometraggi e, appunto, un lungometraggio.
Di fronte a questo piccolo capolavoro è sacrosanto sedersi comodi sul divano, per assistere all’eterno scontro tra liberalismo e universo autoritario. Si prendono i panni dell’assassino per uccidere, per legittima difesa e solo per finzione, insegnando al mondo di cinefili e videogamer quanto recita il secondo emendamento della costituzione americana. Non mollare e battersi per difendere la libertà individuale dalle pressioni e dalle ingiustizie dello Stato: rivivendo esclusivamente al cinema o su console (don’t try this at home, ndr) le più gravi ingiustizie e le guerre intestine degli ultimi secoli, battendosi dalla parte della democrazia e dello Stato di diritto. Che sia la Spagna del 1492 o la Firenze medicea conta poco. Ciò che importa è difendere i diritti fondamentali dell’uomo. La libertà di pensiero, appunto, e la dottrina millenaria del libero arbitrio.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:35