Eliseo: Barbareschi scopre il “cartellone”

Teatro da bere! Giorni fa, oltre ad annunciare una veste sempre più nuova e la composizione di ulteriori spazi sociali (come un ristorante con il miglior rapporto qualità/prezzo) e multiculturali per il Piccolo e il Grande Eliseo, anche Luca Barbareschi (sorretto da un ottimo assist di Gianni Letta) ha scoperto le sue carte, o meglio, il cartellone, presentando in tempi record gli spettacoli per la prossima stagione. Ovvero, appena pochissimi minuti per ogni singola opera, pari a una camicia di Nesso per attori, autori e registi di solito piuttosto ciarlieri e comunicatici. Ma, giustamente, nello spirito del nuovo patron la ruota del criceto deve girare senza sosta! E non c’è tempo e spazio per protagonismi proattivi!

Si apre all’Eliseo con un testo di Mamet, “Americani”: storia di un fallimento e del travisamento del capitalismo in una sorta di meccanismo antropofago del tutti contro tutti, in un clima di mercificazione dell’umano dove non conta ciò che si è ma il risultato! Il testo è ricamato in napoletano con dentro la filosofia della strada e personaggi frammentati, pieni di difetti.

Motivo conduttore della nuova stagione dell’Eliseo sarà il degrado metropolitano delle periferie, vero dramma della modernità, culla e nutrimento anche di nuove forme di terrorismo in cui il disagio è una leva potente all’azione distruttiva. Il tentativo di fondo è quello di dire che senza i teatri le periferie rimangono soltanto arene di violenza: per stemperarne l’impatto destabilizzante, occorre costruire luoghi di creatività e di crescita, attraverso la rielaborazione teatrale della violenza stessa e delle sue ragioni. Su questo tema, il Piccolo aprirà le sue porte a “Risorgi” in cui si parte dal degrado delle periferie, per mettere in scena uno spettacolo sulle decadenze, dove protagonisti sono la sporcizia (umana, in particolare) e il cemento in una Roma del Giubileo peggiorata in tutti i suoi aspetti di socializzazione e gravemente ammalata, a causa della perdita della forma morale.

Ma anche la pazzia e, in particolare, quella creativa, ha il suo luogo a procedere nel tribunale astratto del palcoscenico. Rimanendo nella programmazione dell’Eliseo, a fine novembre Anna Foglietta sarà Alda Merini in “La pazza della porta accanto”, scritto da Claudio Fava in omaggio a una forte e controversa personalità letteraria del XX secolo; mentre Alessandro Gassman dirige “Qualcuno volò sopra il nido del cuculo” - un meraviglioso caleidoscopio tra follia e talento - con cui si rivisitano le gesta di pazzi straordinari del manicomio di Aversa, nell’anno dei mondiali di calcio del 1982. Tra i classici, si citano: il “Giuoco delle parti” di Pirandello, con Umberto Orsini - che si presenta con la battuta: “Stoppa non si ricordava della sua età al contrario di me!” - nella parte del marito separato e tradito; “Edipo” nelle due versioni, che vedono entrambe protagonista Glauco Mauri, il quale dall’alto dei suoi anni ci assicura che “La gioia più grande si esprime attraverso il dolore fecondato di poesia e di umanità. L’importante è tornare bambini e riuscire a commuoversi, e il teatro aiuta l’uomo a comprendere quel bellissimo viaggio che è la vita”.

Si prosegue, poi con “Romeo e Giulietta”, con Alessandro Preziosi come protagonista che presenta la sua compagnia ringraziando se stesso (“Ciao come sto?”) e ci raccomanda di investire in ciò che si crede. Tra gli spettacoli per così dire “di rottura” di scena al Piccolo Eliseo si segnalano per la loro originalità: “Paradiso 2.0”, in cui Dio ricontratta i 10 Comandamenti con il pubblico, dato che il lavoro fatto in sei giorni presenta oggettivamente qualche lacuna e poi, suvvia, “Voi siete a Roma e, quindi, dateci dentro!”; “Animali da bar” (per la stessa compagnia di scatenati interpreti di “Thanks for vaselina” dello scorso anno), con una badante sessuale ucraina di un novantenne, la quale concede in affitto l’utero a una coppia di scombinati (si consiglia vivamente la lettura della presentazione dello spettacolo nell’opuscolo ricognitivo!); “Misia”, bel monologo traslato direttamente dal Teatro India, per l’interpretazione di Lucrezia Lante della Rovere.

Devo fermarmi qui, anche se siamo solo a uno scarso 40 per cento di tutte le opere e le iniziative davvero interessanti che riguardano il circuito dell’Eliseo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:32