Mi hanno rimasto solo, si ride con La Ginestra

Vi piace la pasta? A Michele La Ginestra, l’uomo-cult della pubblicità televisiva di una nota marca di grano duro non tanto. Anche perché il ragazzo (?) è dotato di un notevole talento naturale per il teatro di satira. Potrete verificarlo di persona andandolo a vedere al Teatro della Cometa di Roma, dove fino all’8 maggio va in scena il suo esilarante spettacolo “Mi hanno rimasto solo”. Mica tanto, però... Alle sue spalle un trio di robuste cantanti davvero simpatiche e un maestro di musica al piano, che fanno da corona ad un istrionismo debordante del nostro mattatore, soprattutto nelle interazioni in diretta e improvvisate con il pubblico. I personaggi anonimi seduti in platea e nella piccola galleria diventano nelle sue mani e attraverso un’irresistibile mimica facciale una materia plastica, venendo investiti di un ruolo pensato lì, sul momento, come se la Quarta Parete (giustamente) non esistesse. Perché “l’umore” (anzi, il buonumore) delle persone è un flusso materico e magnetico, tangibile e impalpabile come gli odori, che fanno da motivo conduttore di uno dei mini-sketch proprio sui... fiati, sia in natura che negli aliti delle persone reali.

Pollicino aveva il “pollice verde”? E il lupo pezzente come pretendeva di rimorchiare Cappuccetto Rosso guidando una vecchia Lambretta? E com’era la storia di un anziano senza più erezioni prima del Viagra? Basta rileggere in proposito uno scioccante testo (poetico?) di Califano, per capire che cosa possa provare una persona così. E non fatevi beccare con i telefonini e gli i-pad accesi mentre il folletto La Ginestra vi sta guardando, altrimenti confeziona per voi un’inedita favola del Brutto Anatroccolo: tutti curiosi di vedere che cosa mai avrete di così tanto urgente e importante, tanto da distrarvi dal suo spettacolo! Lectio magistralis per tutti coloro che usano lo smartphone come si farebbe con una sostanza dopante dotata di infusore sottocutaneo (tipo i diabetici gravi con il dosatore di insulina)! E se credete che la mia sia solo una battuta, sappiate, miei cari lettori, che io non riesco più a guidare a Roma: in macchina, a piedi, ovunque la gente di qualunque età attraversa al buio, se ne infischia mentre guida di fare attenzione a quello che accade davanti a sé. Molti milioni di persone, ormai, non staccano mai voce, mani, occhi e mente dagli smartphone. Mi chiedo che destino comune di nuovo schiavismo intellettuale ci attenda dietro l’angolo. Chiusa parentesi.

Come si fa ad essere un prete sincero? Quello che, per sua sfortuna, è obbligato a tenere un corso di preparazione al matrimonio, organizzato dalla sua parrocchia dovendo tenere testa a giovani coppie entusiaste di rovinarsi reciprocamente la vita? E poi, magari pure sposarli, alcuni di quegli incoscienti! Perché - inveisce il Savonarola La Ginestra - oggi l’attrazione fisica reciproca è irresistibile e tutto sembra gravitare in quel sesso quotidiano, ricco di piaceri ed emozioni. Già: ma domani, quando in breve noia e pinguedine si impadroniranno dei due protagonisti? Davvero ci si continuerà ad abbracciare prima di dormire, quando si sperimenteranno braccia addormentate e dolori muscolari? Ma dai, che vi sposate a fa’? Non lo sapete che il “matrimonio è la prima causa di divorzio”?

Ovvio che il nostro Don Michele improvvisato incontri le ire pacate del suo vescovo che, con grande tatto gesuitico, lo mette conventualmente in sonno e in preghiera, per evitare disastri di immagine alla “Ditta”! E voi che ne dite, dove finirà la toga? Sì, certo: alle ortiche. Consegnando il folletto spretato al peggior destino che gli potesse capitare. Indovinate quale! Spettacolo adatto per tutti i gusti e le età. Da non perdere!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:30