Un poker di donne in “Due partite”

“Due Partite”. Questo è lo spettacolo teatrale, scritto e diretto a suo tempo da Cristina Comencini, che va in scena fino al 29 novembre al Teatro Ambra Jovinelli. Praticamente, a vederla così, sembrerebbe un’andata e ritorno, come nei gironi calcistici. Solo che qui si tratta, in realtà, di sola “andata”, perché ancora non abbiamo imparato a invertire il “Vettore- Tempo” che va sempre in avanti e mai indietro. Due generazioni di donne (una riferita agli anni Sessanta e l’altra all’inizio del secolo XXI) si alternano in doppia coppia, come nelle carte da poker, con un netto ribaltamento dei valori e dei ruoli nel rapporto uomo-donna. Da succubi del maschio marito/amante, le quattro giocatrici, colte nella loro dimensione iniziale di “fattrici” - nel senso della procreazione - si tramutano in fattori e, forse, uniche artefici della loro vita affettivo-professionale, con non poche controindicazioni per l’uso.

Quattro brave, briose e divertenti giovani attrici (Giulia Michelini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti e Giulia Bevilacqua, dirette da Paola Rota, già collaboratrice della stessa Comencini), giocano a madri e figlie in due sequenze autonome e ben collegate da essenziali linee di forza narrative, che consentono allo spettatore di costruire autonomamente i nessi dell’appartenenza delle figlie alle rispettive madri. Cosa non banale, anche se sembrerebbe il contrario. Ma, l’atmosfera del gineceo potrebbe facilmente trarre in inganno tutti coloro che facciano appello agli usuali stereotipi. Infatti, i tempi delle riviste femminili specializzate ci sono tutti, è vero, ma la recitazione permette di costruire ben altre atmosfere dello spessore sentimentale, umano e sociale sotteso dal ruolo delle donne nelle società occidentali moderne. Le madri si scoprono affatto santarelline, raccontandosi nel chiuso di un salotto privato, mentre giocano (o fanno finta di giocare) a carte, la propria vita sessuale per lo più insoddisfatta o inesistente. Perché, allora, la verità sul rapporto di coppia restava segreta (celata sotto le lenzuola e nel chiuso dei talami familiari), in ossequio al rispetto delle apparenze e della buona decenza richiesto da una società bigotta e pruriginosa. Così, mentre le figlie piccole giocano in una stanza separata a “madri-e-figlie” (guarda la coincidenza!), tre finte arpie sconvolgono la vita della quarta, ormai alle sue ultime fasi di gestazione. Un po’ tra battute esilaranti e molto vere nei finti diverbi tra di loro, emergono i contorni dei rispettivi, problematici menage. Il trio non si fa scrupolo di mostrare alla gestante molti dei propri scheletri coniugali, inguaribili piaghe che certi matrimoni si portano dietro (a volte per sempre) come la chiocciolina della lumaca.

Così, due delle mamme-donne tradite giocano dai lati opposti la loro partita coniugale: la prima, con tre figli nasconde dietro il paravento perbenista e l’interesse primario per i figli i tradimenti (noti e sempre taciuti e sopportati) del proprio marito. Mentre la seconda gioca a carte scoperte con il coniuge: separati in casa, poi ognuno fa quel che vuole fuori. Anche se la loro incomunicabilità a tavola è registrata in modo drammatico e sofferto dalla loro unica figlia. Poi, il “ribaltamento” nel secondo scenario. Tema dominante, dato che le “figlie” non hanno avuto figli: la caduta verticale del desiderio di maternità. E anche nell’unico caso in cui esso è presente mostra i tratti dell’ossessività, in quanto in una società atomizzata ciascuno ha il diritto a realizzare i propri desideri, anche a dispetto dei santi della fertilità. Belli, crudi e interessanti i dialoghi e le situazioni che riguardano il vissuto delle tre donne in carriera (un medico, una musicista, un’avvocatessa), solo appena attenuati dai tratti di romanticismo di Giulia, la quarta di loro, che ha appena perduto la madre in circostanze drammatiche.

Brave tutte. Regia compresa. Un plauso al produttore Piero Maccarinelli, già regista dell’interessante spettacolo “L’Esposizione Universale”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:29