Scienza tecnologia e società: bollino nero

Presentato circa un mese fa presso la biblioteca europea, l’annuario “Scienza Tecnologia e Società” di Observa Science, curato da Giuseppe Pellegrini e Barbara Saracino e pubblicato da il Mulino, offre dati freschissimi sulla situazione della scienza e della cultura scientifica e tecnologica nel nostro Paese. Sin dal 2007 Observa monitora il tasso di “alfabetismo scientifico” attraverso 3 domande standard che vengono presentate ad un campione rappresentativo della popolazione di età superiore ai 16 anni.

Se da una parte è innegabile che le giovani generazioni nutrano un crescente interesse per scienza e nuove tecnologie, dall’altra appare altrettanto evidente che il nostro Paese non investa abbastanza nella ricerca scientifica e fatichi a star dietro ai rapidi cambiamenti tecnologici. Del resto l’investimento italiano in ricerca e sviluppo è pari solo all’1,4% del Pil… All’interno della ricerca una inquietante percentuale delle risposte fornite denota un quadro di “ignoranza” preoccupante. Il 49% degli intervistati ritiene che gli antibiotici uccidano sia virus che batteri e il 44% del campione è convinto che gli elettroni siano più grandi degli atomi. La ricerca mostra inoltre un altro dato, forse più allarmante dei precedenti.

Circa il 45% dei laureati risponde in modo errato ad una delle tre domande… non dovrebbe poi sorprendere così tanto (anche se in verità fa inorridire) dal momento che uno studio condotto dall’Ocse e dalla PIIAC – ovvero il programma internazionale per la valutazione delle competenze negli adulti – aveva classificato l’Italia nelle ultime posizioni sia per quanto riguarda la literacy, sia per quanto concerne la numeracy, ovvero sia per le competenze linguistico-concettuali che quelle matematiche e di calcolo. E le performance peggiori naturalmente si riscontrano al crescere dell’età, mettendo in luce la necessità – sia a livello di sistema paese, sia a livello europeo – di promuovere programmi di formazione per l’età adulta. Ma, naturalmente, mancano le risorse.

Di cosa in fondo ci si stupisce se non si hanno fondi neppure per ristrutturare le scuole, che spesso cadono a pezzi (e purtroppo non solo metaforicamente) e in cui sono i genitori degli studenti chiamati a provvedere all’acquisto della carta (da disegno)non meno che di quella igienica? Non va meglio se ci si sposta sul versante delle nuove tecnologie: il 34% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni risulta ancora “tecnoescluso”, ovvero dichiara di non aver mai usato internet o un computer. Se sono diversi coloro che gestiscono mail, social network o si informano tramite la Rete, pochi sono ancora coloro che interagiscono con le autorità pubbliche attraverso il web.

L’Italia si aggiudica del resto soltanto il 54esimo posto tra i Paesi preparati a fare uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire la competitività e il benessere. E questo dovrebbe davvero far riflettere. Per uscire da un periodo di profonda crisi su cosa si pensa di investire se non in ricerca e formazione?

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:22