Radio private italiane:   il docufilm di Falsetta

Un docufilm, “Onderoad”, che a parte il gioco di parole con il capolavoro di Kerouac, in realtà richiama alla mente il mondo pionieristico, per non dire preistorico, delle prime radio private in Italia. L’opera in questione, del regista Massimo Ivan Falsetta, uscirà in sala da giovedì 26 marzo. E in realtà è una specie di moku thriller dove il plot è quello di una pretesa trasmissione radio stile anni Settanta che invade l’etere e costringe una supposta “censura futuribile” ad andare alla scoperta di chi ha invaso l’etere italiano con le proprie nostalgie rock. Non a caso la colonna sonora la fanno i Rockets. Così con questo espediente narrativo vengono intervistati i protagonisti, gran parte dei quali ormai dimenticati dai più, di coloro che fecero nascere l’emittenza raduofonica privata a metà degli anni Settanta.

Tra essi il più noto è Awanagana, ma all’epoca erano conosciuti anche personaggi come Fabrice Quagliotti, Battaglia e Miseferi, Paolo Pasquali, Barbara Cambrea, Francesca Zavettieri. Per non parlare di Federico, l’olandese volante. A produrre il film quelli di Distribuzione indipendente che sono noti nella ricerca di argomenti cult nell’ambiente cinematografico. Era il periodo in cui Eugenio Finardi scalava le classifiche con canzoni come “La radio” di cui tutti ricorderanno il famoso ritornello: “Amo la radio perché arriva dalla gente/entra nelle case e ci parla direttamente, se una radio è libera ma libera veramente/piace ancor di più perché libera la mente”.

Nella sinossi del film si legge l’esile trama che in realtà serve da supporto a un vero e proprio docufilm: “Awanagana, speaker storico di Radio Montecarlo, con un atto terroristico ma romantico blocca tutte le frequenze delle radio moderne. Una fantomatica speaker (Francesca Zavettieri), nascosta chissà dove in Calabria, inonda l’etere con trasmissioni di repertorio nazionali degli anni Settanta e Ottanta. Federico l’Olandese Volante, capo della censura futuribile (un corpo speciale dei servizi segreti), non può tollerare un simile affronto e invia l’agente Barbara Bi (Barbara Cambrea) a setacciare la Calabria, alla ricerca della misteriosa speaker e anche di se stessa. Un viaggio di sola andata nel favoloso mondo delle radio libere...”.

Che altro dire su questa produzione? Che il regista Falsetta è un “cattolico rock” ed è stato infatti anche l’unico regista indipendente italiano autorizzato dalla Santa Sede a filmare il funerale di Giovanni Paolo II, nel 2005, e l’elezione del suo successore, Papa Ratzinger. A Papa Francesco ha in compenso consegnato il videoclip del brano “Diamoci del tu”.

Dal film viene fuori poi una realtà negata oggi, anche perché affogata nel mare dei monopoli dell’etere che si sono formati e succeduti dopo l’avvento di Berlusconi: l’emittenza privata è nata quasi tutta in provincia. Dove più forte evidentemente si sentiva all’epoca il bisogno di evadere dagli schemi dei canali Rai. Radiofonici e televisivi che fossero.

@buffadimitri

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:30