Tomás Eloy Martínez e Juan Domingo Peron

Il primo un giornalista e scrittore argentino, scomparso recentemente, il secondo un grande Capo di Stato che governò democraticamente l'Argentina dal 1946 al 1955 e successivamente spodestato dalle dittature militari, ed infine ritornato in patria solamente nel 1973, un anno prima di morire, dopo diciotto anni d'esilio in Spagna.

Un mese fa, circa, scrissi un articolo su Peron - figura che ammiro molto e che ritengo politicamente molto interessante - raccontando la sua vicenda politica e spiegando come la sua dottrina offrì una prospettiva d'emancipazione sociale per i descamisados, ovvero i ceti più poveri e popolari dell'Argentina della sua epoca.

Come scrissi, infatti, Il suo governo – che mai accettò aiuti, prestiti o investimenti stranieri - fu caratterizzato sin da subito da politiche in favore del popolo, dell'alfabetizzazione dello stesso e dello sviluppo del lavoro e riuscì, attraverso la nazionalizzazione delle imprese pubbliche, in pochi anni, a ripianare la totalità del debito pubblico che i governi dittatoriali precedenti avevano accumulato, ottenendo una bilancia dei pagamenti in attivo e riuscendo ad accumulare un'ampia riserva aurea. Sotto il profilo della laicità, inoltre, il governo Peron fu avanzatissimo per l'epoca, al punto che introdusse la legge sul divorzio, soppresse l'educazione religiosa nelle scuole e legalizzò la prostituzione e ciò gli costò peraltro la scomunica da parte del Papa dei cattolici Pio XII. Inoltre, nell'articolo stesso, tratteggiai la figura della moglie Eva Duarte (1919 - 1952), detta Evita, che, come scrissi, si occuperà per tutta la sua pur breve vita di diritti delle donne e degli anziani. Mi sono imbattuto di recente, invece, in Tomás Eloy Martínez, leggendo uno dei suoi romanzi più celebri: “Il romanzo di Peron”, appunto.

Un romanzo molto discorsivo, profondamente storico, con pochi dialoghi e molto “cupo”. Un romanzo che racconta il ritorno del Generale Peron in patria, da Madrid, ovvero ambientato nel 1973, che fu, invero, il periodo paradossalmente più triste della vita del Presidente argentino. Triste in quanto Peron fu, per molti versi, manovrato dal segretario particolare della terza moglie, Isabel Martinez – José Lopez Rega – dedito a pratiche magiche e occulte e per questo soprannominato El Brujo (lo Stregone), che manovrava peraltro la stessa Isabel. La Storia, infatti, ci ricorda come, una volta tornato in patria, Juan Peron, ormai stanco e anziano, non potè far nulla per sostenere i Montoneros, ovvero l'avanguardia progressista del movimento peronista – che si ispirava ad Evita Peron ed al socialismo nazionale – i quali furono presto zittiti, trucidati e fatti incarcerare da Lopez Rega e da Isabel Martinez, una volta deceduto Peron e quindi giunta alla Presidenza della Repubblica Argentina. Aprendo così le porte a nuove dittature militari – sostenute dagli Stati Uniti d'America - che porranno ancora una volta fuorilegge il peronismo e faranno scomparire i dissidenti politici, quelli che saranno successivamente chiamati i desaparecidos.

Tale è il contesto storico de “Il romanzo di Peron”, ove peraltro – sotto forma di memorie – è raccontato il passato del Presidente, la sua gavetta e carriera militare, i suoi successi e le sue sconfitte, oltre che la sua vita famigliare e sentimentale. Un romanzo che terminerà con la morte del Presidente Peron, nel 1974, ovvero con le telecamere del telegiornale che inquadreranno la sua salma, osservata da moltitudini di descamisados che mai finiranno di amarlo. Emblematica la frase fatta proferire ad una di questi, dona Luisa: “Resuscita, ragazzo mio ! Cosa ti costa ?”.

In Argentina e non solo, l'anima di Juan Domingo Peron, non è mai morta. Per quante vessazioni egli abbia potuto subire in vita, da parte di coloro i quali hanno voluto spodestarlo dal suo ruolo di condottiero del popolo e ne abbiano voluto offuscare la memoria. Il popolo è, infatti, sempre rimasto al suo fianco e ne ha pagato, per decenni, un prezzo fatto di torture e di vessazioni, dalle quali è riuscito ad uscirne solo alla metà degli Anni '80.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:31